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La caccia è aperta

Bill scomparso, Sookie disperata, traffici illeciti e altre 1001 ragioni per non perdere True Blood 3.

True Blood terza stagione

22.11.2010 - Autore: Ludovica Sanfelice
Torbido e sensuale, così è "True Blood", l’anti-twilight della tv che scardina il rapporto con il pubblico adolescente, suo presunto target di riferimento, per solleticare fantasie più adulte e iniziare quest’audience più complessa e sfuggente ai piaceri dell’horror-fantasy-hot.

Una formula innovativa e un linguaggio crudo in effetti possono fare miracoli, lo sa bene la HBO che ha avuto l’ardire di promuovere uno show apparentemente minore, correggendo sensibilmente il tiro fino a dirottarlo verso il cult. A sorprendere, al di là dell’approccio disinvolto ad ogni forma residua di tabù sessuale formato tv, è la ricchezza dei temi che la serie affronta con grande libertà. Lo sfrontatissimo Alan Ball, geniale papà dello show, ha già messo in chiaro la propria offensiva contro il conformismo sociale nella stesura originale della prima stagione, e non ha poi trascurato il proprio impegno crociato ai danni della religione e delle sue losche manipolazioni. Mentre l’autore scatenava questo inferno sul fronte morale, alle sue creature non è mai mancato il sostegno muscolare di una scrittura profonda e tridimensionale come i corpi nudi tanto esibiti.

Le rivoluzioni da dove arriva il caro Ball si fanno con la penna, e il lavoro sottile e immenso che viene innescato nel caso di "True Blood" ha la portata radicale del ribaltamento che non si insinua nella trama solo attraverso colpi di scena ancorati ai personaggi, ma mira più lontano. A turbare più di tutto è infatti l’inscrizione di ciò che è considerato sovrannaturale nella Natura più misteriosa e remota, lì dove ha sede l’istinto. In questo modo gli effetti speciali possono anche restare a casa perché la partita si gioca nel territorio più insidioso e suggestivo della psiche, dove la preda è l’identificazione con qualcosa che più estraneo in realtà non si può. L’opera di normalizzazione del diverso e del fantastico è di per sé così monumentale che da qui in poi si può sperimentare a passo spedito in ogni direzione. Paura, tensione, splatter, ed eros possono addirittura arrivare a convivere con un certo narcisismo estetizzante e, passo ancor più azzardato, con un umorismo beffardo.

E’ procedendo su queste strade secondarie e meno segnalate che lo show costruisce un rapporto viscerale con il suo pubblico e lo lega ossessivamente alla visione. L’esito è dei più sorprendenti e ha il respiro del never seen before, un primato che sul piccolo schermo pochi possono vantare.

Inutile perciò addurre altre ragioni per rinnovare i contatti con Bon Temps e brindare con un bicchiere di True Blood al debutto degli episodi della terza stagione che riprenderanno il racconto lì dove Bill (Stephen Moyer) era stato inghiottito e Sookie (Anna Paquin) era caduta preda della disperazione.

L’appuntamento è su Fox (canale 110 di Sky) ogni giovedì alle 23:00 a partire dal 25 novembre.
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