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K-19

K-19

K19

12.04.2007 - Autore: Giulia Villoresi
Regia di Kathryn Bigelow Con Harrison Ford e Liam Neeson   Questo non è un film sulla guerra, ma sul coraggio che ci vuole per non entrare in guerra. Siamo nel 1961. LUnione Sovietica possiede un arsenale nucleare in grado di distruggere il mondo due volte; gli Stati Uniti potrebbero distruggerne dieci. Lunico meccanismo di pace è la sicurezza del reciproco annientamento. Il K-19 è al momento il sottomarino migliore della Marina Sovietica e deve affrettarsi a partire per unesercitazione che riveli alle spie americane quanto sia pericoloso larmamento di cui dispongono i russi. Amato e rispettato dai suoi uomini, esperto e capace, il capitano Mikhail Polenin (Neeson) viene rimosso dal comando del K-19: i dirigenti sovietici lo accusano di non rispettare i tempi previsti per la messa a punto del sottomarino. Al suo posto viene nominato limplacabile Alexei Vostrikov (Ford) che vara il K-19 esattamente entro la data prevista. Così il 18 giugno 1961 il mastodontico sottomarino, armato di tre missili balistici, si immerge nelle acque dellAntartico. Da qui il film prende un ritmo incalzante, e linesorabile destino del K-19 comincia a delinearsi attraverso il susseguirsi di cupi presagi. Il dottore di bordo viene investito pochi giorni prima della partenza, la bottiglia di champagne che doveva battezzare il sottomarino non si infrange la superstizione dei marinai comincia a fermentare. Un paio di uomini rimangono feriti durante unesercitazione e un incendio a bordo rischia di ucciderne altrettanti. Il morale dellequipaggio vacilla pericolosamente, e la pedante severità del comandante Vostrikov si scontra con lesperto e flessibile Polenin, rimasto a bordo come comandante in seconda. Improvvisamente, accompagnata dalle soavi note della Sonata al Chiaro di Luna, ecco la tragedia che corre al suo epilogo: una placida visuale ci introduce nel cuore del sottomarino, entra dagli oblò, scende per cunicoli ferrosi attraverso schermi, pulsanti e leve e poi accelera, attraversa in un baleno le viscere del mostro marino fino al reattore atomico. Una frazione di secondo. Si apre una falla nellimpianto di raffreddamento: il nocciolo lentamente comincia a riscaldarsi, rischiando di provocare unesplosione nucleare. Ma a pochi chilometri da una base NATO lesplosione non significa solo la distruzione dellequipaggio: significa la Terza Guerra Mondiale. Così il sacrificio nel nome della Sicurezza nazionale si compie con il gesto esemplare di uomini coraggiosi che affrontano le radiazioni nucleari per bloccare il reattore. Scene truculente di desquamazione, ustioni orribili, vomito. Leffetto colpisce allo stomaco. Claustrofobico, frastornante. Gli effetti speciali sono suggestivi, il ritmo è veloce, gli ingranaggi della storia sono chiari, la trama (ispirata ad un fatto realmente accaduto) è coinvolgente. Tuttavia eroismo e coraggio, il motore principale dei personaggi, rischiano spesso di cadere nel retorico e linterpretazione di Ford sconta il paragone con il Connery di Caccia a Ottobre Rosso. Il ricordo della tragedia del Kursk sembra aggiungere qualcosa allatmosfera del film. Le sorti del K-19 non saranno tuttavia drammatiche come quelle del sommergibile affondato due anni fa. I nostri eroi alla fine ce la faranno, anche se la conclusione della storia non riserverà il classico lieto fine.  
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