Dal 6 ottobre 2005 debutterà su Jimmy una trasmissione caratterizzata da una notevole carica innovativa, Jimmy Factory. Sarà una vera e propria fabbrica di sit-com politicamente scorrette di stampo americano, che, visti i contenuti piccanti e il linguaggio senza censure, difficilmente sarebbero approdate sui canali generalisti. Libertà, creatività ma anche costi contenuti: sono le tre parole d’ordine per poter accedere a questa sorta di laboratorio televisivo.
L’idea parte da un concetto di base spesso trascurato dai produttori: realizzare uno spettacolo che attragga l’attenzione del pubblico contenendo al massimo i costi. Si può fare, direbbero Roger Corman e Ed Wood, i due indimenticabili cineasti americani, autori di numerosi capolavori girati con pochi soldi, poco tempo e attori semiprofessionisti. La Jimmy Factory, invece, di attori professionisti ne ha parecchi. Talentuosi ma semisconosciuti.
Ogni sitcom è costituita da 8 episodi della durata di 10 minuti ciascuno i quali, una volta in onda su Jimmy, saranno sottoposti al giudizio di gradimento del pubblico del canale che, connettendosi al suo sito internet www.jimmyfactory.tv, potrà votare la preferita nelle categorie di “Migliore sitcom”, “Miglior attore e Migliore attrice protagonista”, “Miglior personaggio”. Al termine della programmazione, in base alle votazioni del proprio pubblico, Jimmy metterà a disposizione del team produttivo della sitcom vincitrice il budget per la produzione di una nuova stagione.
I temi delle sitcom sono tra i più diversi e si va dalle strane coppie legate da amicizie di vecchia data turbate da convivenze impossibili di “I&G” fino ai sogni nel cassetto di un cinéphile di provincia che vuole assolutamente vincere l'Oscar con “Holly&Wood ”, passando per la sconveniente realtà di una casa di produzione di film porno in “X-Rated” e attraverso i desideri più intimi di tre donne sviscerati tra i vapori di un bagno turco in “Hot”.


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Jimmy Factory
Nasce la fabbrica delle sit-com, un laboratorio dove verranno plasmate serie televisive che i canali generalisti mai e poi mai oserebbero trasmettere.

19.05.2009 - Autore: Diego Anzisi