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In fondo ci vuole così poco...

Bando alle ciancie, bando alle aspettative e godiamoci in pace questo benedetto festival!

Sanremo

02.03.2001 - Autore: Valentina Bisti
Sanremo non è più uno show, finalmente si dà spazio alla gara canora. Raffaella è imbalsamata, Ceccherini tra una mezza parolaccia e una bistecca non sbottona neanche un sorriso, Megan Gale è una bella statuina e niente più. Quante frasi del genere hanno riempito le pagine dei giornali in questi giorni. Eppure ciò che salta agli occhi, e alle orecchie, non sono né i cantanti né i presentatori. Il pubblico rimane davanti alla televisione aspettando londa durto, lo scossone che possa stravolgere uno spettacolo ingessato e rendere Sanremo più divertente, più coinvolgente, più spettacolare. Ecco allora lattesa per larrivo di Eminem, la speranza che due sketch di Fiorello possano risollevare lo show. Eminem è arrivato e se ne è andato, Fiorello ha bissato le battute del suo fortunato Stasera pago io e anche lui è andato. Cosa rimane? A questo punto aspettiamo Pino Daniele. Ci sarà qualche spettatore che rimarrà fino alla fine per scoprire la classifica provvisoria? Sicuramente le 11 persone che Televisione.it ha scelto come campione.   Purtroppo tutto questo chiasso non fa altro che alimentare lattesa e lasciare lo spettatore a bocca asciutta senza fargli godere un granché. Insomma, cosa è diventato questo Festival? Si è omologato alla tv spazzatura? Non ci sono più idee? No, tranquilli, è semplicemente il festival della canzone italiana, che ogni anno sforna non più di tre successi e che fa da passerella ai volti più noti della nostra amata-odiata televisione. E allora lasciamo che faccia il suo corso, che trovi la sua stabilità, e che per un anno sia più fiacco. Cerchiamo di assaporare ciò che di meglio o di peggio può offrire a tutti noi. Cerchiamo tra i vestiti della Oxa la moda della prossima stagione, tra le nuove proposte le canzoni da canticchiare sotto la doccia e tra quelle dei campioni le musiche da dedicare e da comperare. Lasciamo che Raffa urli Carramba che sorpresa e che Megan Gale ci ammali con le sue passerelle e ci annoi con i suoi mega spot. Niente di questo potrà farci male se lo viviamo come un semplice passaggio della nostra serata che, il giorno dopo, ci saremo già dimenticati.   Sicuramente della serata di questa sera ci rimarrà lannunciata ondata positiva di Fiorello, la sua intelligenza e, soprattutto, il suo sguardo pungente. Prima o poi toccherà anche a te gli ha detto Raffaella, e credo che, allora, non avremo niente da dire. Almeno sulla conduzione. Ciò che stupisce è la semplicità che rende Fiorello diverso dagli altri conduttori, specialmente quelli del Festival 2001. In tre sequenze è riuscito a far ridere mostrando al pubblico ciò che era evidente agli occhi di tutti. E bastato tirare in causa i due orchestrali che dallinizio compaiono dietro le spalle di Raffa. Prendere in giro i riassuntini che la nostra bionda conduttrice legge prima di ogni canzone e far notare agli spettatori un pannello colorato di azzurro con qualche stella, il presepe degli autori, come lui l ha definito. Peccato che sia scivolato sui baffi e la nota bruttezza di Iapino. Eppure, come lui stesso ci ha dimostrato, basta così poco per farci ridere.  
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