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Il Volo dell'ex iena
E' stato un bel volo per il quasi trentunenne bresciano Fabio Bonetti, in arte Volo appunto. Televisione.it l'ha incontrato. Ci ha raccontato come vive questo momento tra tv, radio, cinema e libri: con ironia e una gran voglia di vivere.

12.04.2007 - Autore: Teresa Manuela Plati
Il suo secondo libro "E' una vita che ti aspetto" lo potete trovare in edicola dal 2 aprile, se avete voglia di ascoltarlo vi potete sintonizzare tutte le mattine su Radio Deejay e se vi manca il suo bel faccione, il 1° aprile ha iniziato una nuova trasmissione su Mtv Coyote.
Insomma un bel volo per il quasi trentunenne bresciano Fabio Bonetti, in arte Volo appunto.
Televisione.it l'ha incontrato. Ci ha raccontato come vive questo momento tra tv, radio, cinema e libri: con ironia e una gran voglia di vivere.
"Tutti i tuoi lavori sono legati da un filo conduttore: l'allegria, l'ironia e la ricerca della felicità. Fabio Volo è una persona ironica, allegra?
F.V.:"Si, credo di si. Ironico molto, soprattutto con me stesso. Cerco poi anche di esserlo con gli altri."
Recentemente hai detto di aver imparato ad "ascoltare di più il tuo corpo": alterni dei giorni durante i quali lavori un'ora ad altri durante i quali sei impegnato a tempo pieno. Scrivere, però, richiede un rigore, una disciplina più rigida o, almeno, così si dice. Tu che scrittore sei?
F.V.:"Queste credo che siano delle regole per gli scrittori e io non lo sono. Non ho disciplina, non ho rigore: scrivo quando ho tempo. Per come conduco la mia vita adesso, è un po' un lusso poter scrivere. Sono convinto che molte persone vorrebbero farlo, ma poi si devono scontrare con i problemi pratici, gli impegni concreti del quotidiano e magari quando tornano la sera a casa, pur avendo del tempo a disposizione, sono troppo stanchi per farlo."
Quando ti è venuta l'idea di buttare sui fogli le tue idee?
F.V.:"Ho una piccola esperienza alle spalle come autore dei programmi che faccio in radio. Scrivere è solo un altro mezzo che uso per comunicare, a parte il fatto che mi è sempre piaciuto."
Tra tv, radio, cinema e scrittura hai detto che la tua priorità va prima alla radio e poi alla scrittura che sono caratterizzate, però, da una comunicazione estremamente differente: diretta, veloce la prima, l'esatto contrario della seconda. Com'è stato l'approccio con i fogli bianchi durante la stesura del tuo primo libro?
F.V.:\"Scrivere il libro è stato un approfondimento di quello che dico in radio riuscendo a dare più valore, attenzione alle sfumature che nel linguaggio parlato è oggettivamente più difficile fermare nel giro di poche battute.
Approfondire alcuni concetti, con un maggior lavoro di introspezione. La radio è intrattenimento veloce, per quanto, anche quello, può essere abbastanza intimo quanto leggere un libro.
Quando ascolti la radio a casa, magari mentre ti prepari la mattina per uscire, la tua mente è libera di andare dove vuole guidata dalle parole di chi stai ascoltando.
"Esco a fare due passi" è nato dalla raccolta di pensieri che avevo scritto precedentemente e che ho messo insieme. Il secondo libro, invece, ha visto un inizio e una fine e devo dire che mi dato, mi dà, una grande emozione stare davanti ad una pagina bianca. Sono curioso anch'di sapere chi ospiterà, di che colori si vestirà.\"