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Il viaggio dell'eroe
Lo sport è un argomento molto diffuso negli anime degli anni '70 e '80. Storie sportive che nascondono la volontà degli autori di lanciare messaggi positivi che possano alimentare giusti valori nei giovanissimi.

19.05.2009 - Autore: Petra F. Bagnardi
Tra gli anni 70 e 80, nella produzione di manga giapponesi, si riscontrano numerose storie che hanno come tema fondamentale lo sport: calcio, pallavolo, tennis, baseball. Questi fumetti riscuotono un tale successo che vengono immediatamente trasformati in cartoni animati.
Gli esempi più celebri sono: Holly e Benji, due fuoriclasse, Mimì e le ragazze della pallavolo, Mimì e la nazionale di pallavolo, Jenny la tennista, Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo, Prendi il mondo e vai.
Questi anime propongono una struttura narrativa che si rifà ai cosiddetti miti di fondazione, in particolare quello del Viaggio dellEroe. Secondo questo modello di racconto il protagonista, leroe, intraprende un viaggio, reale o metaforico, pieno di pericoli e difficoltà, con lo scopo di portare a termine una missione e di guadagnare il suo premio, inteso sempre come un oggetto materiale (un tesoro) o ideale (un encomio, lamore di una donna).
Leroe è spinto nel suo viaggio dal mentore, figura fisica o astratta, che gli fornisce i mezzi per portare a termine la missione.
Nei cartoni animati giapponesi a tema sportivo prodotti negli anni 70 e 80, leroe è un giocatore di calcio, di pallavolo, di baseball e la sua missione è quella di vincere il campionato e guadagnare il trofeo e la gloria: il suo premio.
In Holly e Benji, due fuoriclasse il protagonista Oliver Hutton vuole diventare il giocatore di calcio più forte del mondo. Il suo mentore, il calciatore brasiliano Roberto, gli fornisce i mezzi per poter raggiungere lo scopo: gli insegna a giocare a pallone.
Il personaggio principale quindi intraprende il suo viaggio e affronta le prime prove, le partite di calcio, acquisendo in questo modo nuovi strumenti di lotta: apprende nuove tecniche di gioco.
Simile struttura narrativa si incontra nelle due serie con protagonista Mimì (la più celebre in Italia è Mimì e la nazionale di pallavolo, dove la protagonista è Mimì Hayuwara), e Jenny la tennista. Le eroine mirano a diventare campionesse e i loro mentori sono gli allenatori, che forniscono loro gli strumenti per giocare al massimo delle loro possibilità.
Alcune significative varianti in questo modello di racconto si trovano nelle serie animate Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo e Prendi il mondo e vai, dedicata al baseball. I protagonisti, rispettivamente Mila e Tom, si presentano come degli anti-eroi, dal momento che non si lanciano senza esitazione nella loro missione, ma anzi la rifiutano con forza. Per incoraggiarli a compiere il loro viaggio quindi non è sufficiente un mentore ordinario, serve invece unentità ben più forte.
Mila è spinta a diventare una campionessa della pallavolo dal ricordo e dalla fama di sua cugina Mimì Hayuwara che, come un fantasma, quasi incombe su di lei cosicché la protagonista non può fare altro che impegnarsi per eguagliarla e addirittura superarla.
Lo stesso avviene per Tom, protagonista di Prendi il mondo e vai. Il giovane, dopo la morte del gemello Kim, si ritrova a far parte della squadra di baseball, nonostante detesti questo sport. Spinto però dalla memoria del fratello finisce con il diventare un campione.
Tutti questi eroi alla fine affrontano la prova finale e guadagnano il loro premio, subendo interiormente una crescita. Apprendono infatti cosa siano il sacrificio, la lealtà, lo spirito di squadra. Questi sentimenti, per quanto portati spesso allestremo dagli autori giapponesi, veicolano comunque valori positivi. Quello che veramente guida i protagonisti è la forza di un sogno. E solo tenendo a mente questa dimensione onirica si possono accettare campi di calcio dalle dimensioni infinite, palloni che si deformano incredibilmente dopo un calcio o una schiacciata, volteggi in aria di durate interminabili. Quello che si chiede agli spettatori è semplicemente di sospendere la propria incredulità per 26 minuti.