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Il successo
Commenta Pietro Sermonti riguardo il successo di "Un medico in famiglia": "le punte di ascolto sono vertiginose. Credo sia dovuto alla varietà di personaggi presenti nella fiction che, peraltro, hanno fasce d'età che vanno dai quattro anni del bambino di colore agli anziani."

12.04.2007 - Autore: Teresa Manuela Plati
Secondo te a cosa è dovuto il successo enorme che ha \"Un medico in famiglia\"?
P.S.: \"Ci sto riflettendo molto, le punte di ascolto sono vertiginose.
Mi è più naturale darti un'opinione d'autore che d'attore. Innanzitutto credo che sia dovuto alla varietà di personaggi presenti nella fiction che, peraltro, hanno fasce d'età che vanno dai quattro anni del bambino di colore agli anziani. Per tutti c'è una zona libera nel corso della quale si raccontano, bene o male, le loro varie problematiche sempre con quel sottile e sano retrogusto che le cose andranno a finire sicuramente bene.
Detto ciò, una fetta importante ce l'ha Lino Banfi che è una \'bestia\': è bravissimo, come Lunetta Savino del resto. Nei momenti di difficoltà ti basta guardare queste due colonne per essere riportato immediatamente nella storia, nella realtà di ciò che stai facendo.
Infine, il clima rassicurante, morbido di \"Un medico in famiglia\". Il 40% del pubblico che ci guarda è costituito da adolescenti e donne sui 40 anni. Andiamo in onda contro tutti i programmi sportivi della domenica.
Infatti, si spera, che potremo raccogliere una fetta più ampia di pubblico maschile con l'ingresso di Martina Colombari che personalmente attendo con ansia perché come direbbe nonno Libero fino adesso "ho retto tutto sulle mie spalle".
Sono stato l'unica new entry per di più sconosciuta, con l'ingrato compito di fare dimenticare Scarpati.\"
Quanti candidati hanno partecipato ai casting per la scelta di Giulio?
P.S.: \"Mi hanno detto moltissimi, non so quanti ma so che hanno impiegato circa sei mesi per completare i provini e trovare Giulio.
Questo ovviamente mi ha inorgoglito anche perché la mia esperienza come attore era breve. Anche in teatro la professionalità acquisita è più legata al mio lavoro come autore che come attore che per me è stata una rivelazione: recitare mi dà la possibilità di esprimermi con il corpo, con il viso, con un'intensità che con la scrittura non avrei mai potuto approfondire.\"
Per il futuro allora ti vedi autore o attore?
P.S.: \"Non so se continuerò a fare l'attore, sicuramente farò l'autore: ho voglia di fare i miei film, i miei spettacoli.
Amo il pubblico e mi incuriosisce soprattutto quella fascia che ti sceglie, contrariamente a come succede con la televisione che entra di prepotenza nelle case.
Adoro quel pubblico che dopo gli impegni del quotidiano prende la macchina e decide di venire a vedere uno spettacolo, teatro o cinema che sia.
Opera una scelta riguardo il suo tempo libero quindi è una persona che hai "catturato", incuriosito.
Sento che la notorietà non è una cosa che conti molto per me quanto l'energia che ti scorre dentro, la voglia di fare, di scrivere, di catturare. Questa sì che è una bella sfida. Il mio \'auditel interiore\' in questo momento è altissimo, mi dice di buttarmi in quello in cui credo e lo farò.\"