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Il sequel di Biancaneve

La ABC incontra Come d'incanto. Once Upon a Time ci porta dietro le quinte delle favole per scoprire cosa è successo dopo il lieto fine

Once Upon a Time

17.01.2012 - Autore: Valeria Roscioni
E vissero per sempre felici e contenti. Fine del libro. L’ultima pagina lasciava con occhi sognanti a pensare a mondi incantati e principesse felicemente maritate con tanto di prole. Nessuno immaginava che la Strega Cattiva avrebbe avuto una seconda scena madre, la tradizione gliene concede una per ogni racconto giusto per addolcire la pillola dell’inevitabile sconfitta, e che avrebbe maledetto l’intero Regno Incantato intrappolando i personaggi che tutti ben conosciamo in una dimensione senza tempo e senza gioia: la Terra, il New England nell’esattezza, in un'amena località dall’evocativo nome di Storybrooke per essere ancora più precisi. Tutto ciò nei nostri libri non accadeva ma prende invece vita in Once Upon a Time, ultima creatura della ABC che per l’occasione ha svegliato dal sonno profondo con un bacio da diversi milioni di dollari i produttori di Lost Adam Horowitz ed Edward Kitsis. Ma tanto non è bastato a conferire alla narrazione il fascino della serie che ha ormai fatto storia. I piani narrativi si intersecano mescolando il passato senza data delle fiabe e il presente senza tempo del mondo in cui viviamo ma non basta neanche l’espediente per cui tutti i personaggi hanno perso la memoria a tenere desta la suspance.

Assistiamo così al ventottesimo compleanno di Emma, ragazza tosta ma dal cuore tenero che, in occasione del suo solitario genetliaco riceve la visita del bambino dato in adozione dieci anni or sono. Il pargolo è armato del libro sequel che tutti noi da piccoli avremmo voluto avere se non avessimo saputo che il racconto post lieto fine non era poi un granché. Ovviamente  è l’unico ad aver capito che non solo nel suo paesino ogni abitante è un personaggio delle fiabe, ma che Emma altri non è se non la figlia di Biancaneve, destinata a rompere l’incantesimo. Un classico. La trama è semplice quanto quella di Cenerentola e compagnia, divide con una linea di demarcazione a prova di miope i buoni dai cattivi, e sottolinea come se fossero rivelazioni svolte della storia che lo spettatore non solo intuisce, ma capisce alla perfezione fin da subito. Intanto fotografia, costumi e dialoghi creano un costante ponte tra i due mondi costituito, in pratica, solo da giochi di parole e ammiccamenti.

Da bambini ci sarebbe piaciuto; forse. Certo, non avremmo apprezzato che Biancaneve ha il volto di Ginnifer Goodwin o che Emma altri non è se non Jennifer Morrison, ma fino a cinque anni saremmo andati pazzi per la storiella in cui i nostri beniamini d’improvviso si ritrovano vittime del nostro mondo. Ma ancora è presto per emettere un giudizio definitivo. Siamo solo al pilot, al semplice C’era una volta, chissà che il canta fiabe non ci riservi qualche colpo da maestro mescolando un po’ le carte… 

Per sapere se gli intrighi si faranno più appassionanti l'appuntamento è su Fox a partire dal 17 gennaio.