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IL POTERE DEL TELECOMANDO

Nel corso del 2000 complessivamente gli investimenti pubblicitari realizzati da soggetti politici negli Stati Uniti si sono assestati intorno ai 750 milioni di dollari con un aumento del 50% rispetto a quanto raccolto durante l'ultima tornata elettorale del 1998.

15.12.2000 - Autore: Francesca Camerino
La recente conclusione della campagna elettorale negli Stati Uniti può aiutarci a fare alcune considerazioni in merito allo sviluppo del mercato della pubblicità televisiva negli USA. La campagna presidenziale americana tra Gore e Bush e la parallela elezione del Senato americano - stando a quanto riferiscono recenti studi realizzati per l\'occasione da alcune banche d\'affari e istituti di ricerca d\'oltreoceano - avrebbero fatto registrare livelli record per quanto riguarda gli investimenti pubblicitari in tv del mondo politico. E\' stato stimato che nel corso del 2000 complessivamente gli investimenti pubblicitari realizzati da soggetti politici negli Stati Uniti si siano assestati intorno ai 750 milioni di dollari con un aumento del 50% rispetto a quanto raccolto durante l\'ultima tornata elettorale del 1998 quando furono spesi circa 500 milioni di dollari. A fare la parte del leone, in un mercato dei media estremamente polverizzato quale è quello degli USA, sono state ancora una volta le televisioni generaliste in chiaro ed in particolare i tre network nazionali storici (ABC,CBS e NBC) oltre alla ormai nota Fox Tv. E\' su queste emittenti, strutturate come veri e propri network (con trasmissioni nazionali ed affiliate su base locale), che si è concentrato il grosso degli investimenti della politica in tv. Sono esse, d\'altra parte, a rappresentare ancora oggi il mezzo di comunicazione più efficace per riuscire a raggiungere velocemente ed in forma \"indifferenziata\" vasta parte dell\'audience televisiva d\'oltreoceano. Al di là della facile sorpresa che il lettore italiano potrà avere leggendo queste poche righe (soprattutto se si pensa che in Italia il Parlamento ha votato per \'vietare\' qualsiasi forma di pubblicità politica a pagamento in tv), un altro elemento desta interesse. La politica è divenuta a tutti gli effetti un big spender pubblicitario durante il periodo delle elezioni collocandosi complessivamente allo stesso livello di grandi aziende che investono quotidianamente sui media e in tv. Un fenomeno accentuato durante il periodo elettorale, ma che si conferma anche negli anni \"normali\" quando il comparto politico e istituzionale mediamente investe tra i 250 e i 300 milioni di dollari di pubblicità nella sola tv nazionale. Ritenere tuttavia con questo che il comparto politico stia \"conquistando\" potere per tramite della pubblicità in tv sarebbe per molti aspetti fuorviante. Il mercato pubblicitario televisivo nazionale negli USA è una torta da 13 miliardi 700 milioni di dollari realizzati per la più parte da settori economici trainanti quali (solo per citarne alcuni) l\'alimentare, i trasporti, le comunicazioni e l\'Information Technology e al cui confronto gli investimenti dei due grandi partiti americani appaiono essere poca cosa. Diversamente da quanto potrebbe apparire dunque - se è vero che la pubblicità ha il potere di influire sui contenuti della programmazione televisiva premiando vuoi un programma vuoi un altro - la politica ha davvero poche possibilità di \"governare\" i media negli USA. E\' essa stessa , al contrario oggetto di tramsissioni tv che la trasformano (come ha mostrato abbondantemente il \"news-serial\" Campaign 2000 durante i lunghi giorni di conteggio delle schede avvenuto a Thalasse in Florida) prodotto di puro entertainment, funzionale - al pari di \"Survivor\" o di \"Who wants to be a millionaire\" - di attrarre audience. E\' infatti con CNN (che festeggia quest\'anno il proprio ventennale) che l\'America ha scoperto la spettacolarizzazione dell\'informazione e della politica in tv. L\'entrata in campo della diretta televisiva ha accelerato un fenomeno che ormai trova molteplici spin-off in altri mezzi di comunicazione quali la carta stampata e Internet. Basti pensare al fatto che gli spazi informativi (dedicati alle news e agli approfondimenti) sono cresciuti considerevolmente in tutti i Big Three nel quinquennio tra il 1993 e il 1999 toccando picchi dell\'80% nel caso di alcune reti come NBC e CBS. Un meccanismo che è stato ripagato dalla crescita parallela dell\'audience che dagli anni \'80 ad oggi è aumentata in questa fascia di programmazione del 43% circa tanto da riversarsi anche al di fuori dello \"spazio dei telegiornali\" che oggi devono condividere ospiti prestigiosi, quali Gore o Bush, al fianco di conduttori di talk show a sfondo comico/popolare come David Letterman, Jay Leno o Oprah Winfrey.          
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