Il naufragio della Rai

Un inseguirsi di notizie battute dall’ANSA precede la nona edizione dell’Isola dei Famosi che parte sotto i peggiori auspici. Si comincia giovedì 26 gennaio, anzi no, si sospende il debutto della trasmissione in segno di rispetto nei confronti delle vittime del naufragio della Costa Concordia. Un atto di decenza più che altro verso un palinsesto che trabocca di immagini e cronaca addolorata del disastro marittimo mentre incoraggia ogni sciacallaggio sulla tragedia. Una decisione sensata comunque. Forse l’unica. Poi l’inspiegabile contrordine, e i “naufraghi” (avranno davvero il coraggio di chiamarli ancora così?) vengono frettolosamente imbarcati su un volo per l’Honduras, un po’ per sottrarsi alle spire della contro-programmazione di Italia 1 che il 26 vede il ritorno delle Iene con la new entry Alessandro Gassman, e un po’ per far largo alla Coppa Italia.

Tramite un comunicato domenicale, la Rai annuncia quindi la nuova collocazione del programma senza patria nella prima serata di mercoledì 25 gennaio e ufficializza una politica scellerata e sucida. Lo spettacolo deve continuare, sì certo, ma bisognerebbe allora decidere di rinunciare all’avida conservazione sotto vetro di ogni macabro pezzo del relitto del Giglio. La carcassa arenata della Concordia restituisce anche l’immagine brutta di una Rai che si inabissa nel cinismo.

Nessuno a questo punto vorrebbe infatti essere nei panni di Nicola Savino e Vladimir Luxuria che, oltre all’ingrato compito di sostituire Simona Ventura, dovranno proporre una variazione goliardica del format per rilanciarne l’appeal e intanto schivare le bordate di un’audience e di una critica ragionevolmente pronte a sbranarli. La stessa Simona Ventura, l’anno scorso aveva dovuto difendere lo show dalle aggressioni delle vestali del Servizio Pubblico che invocavano l’abolizione di questa deriva commerciale.

Cosa si abbatterà sull’isola quest’anno si vedrà, ma le condizioni meteo-climatiche suggerirebbero di trattenersi in porto…