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Il gioco di Ripley

Tom Ripley è tornato, più perfido che mai. Dopo il «Talento di mr. Ripley», dove Matt Damon era il protagonista, questa volta a vestire i panni dell'esteta assassino è un perfetto John Malkovich.

Il gioco di Ripley

12.04.2007 - Autore: Terry Marocco
Tom Ripley è tornato, più perfido che mai. Dopo il «Talento di mr. Ripley», dove Matt Damon era il protagonista da giovane, sullo schermo unaltro romanzo di Patricia Highsmith e questa volta a vestire i panni dellesteta assassino ormai maturo è un perfetto John Malkovich.   La scena si svolge in Veneto, ad Asolo, in una splendida villa del Palladio. Ripley vive nel lusso tra opere darte, tartufi giganti e una moglie inquietante come lui, Luisa (Chiara Caselli), clavicembalista con fantastica lingerie di seta e unghie dei piedi rosse. Un giorno a una festa un corniciaio inglese, Jonathan (Dougray Scott) si permette di offenderlo, dandogli del burino americano. Quelle parole fanno nascere in Ripley lidea di una vendetta sottile e crudelissima, che porterà il povero giovane, malato terminale di leucemia, a diventere un killer ricercato, un assassino senza pietà, un bugiardo anche con la moglie, Sarah (Lena Headey), dolce e carina. E mentre Tom Ripley fa yoga, ricama a letto, va a spasso per la campagna con deliziose sciarpette al collo, il povero Jonathan percorre un cammino verso l¹inferno, trovandosi a Berlino tra malavitosi cocainomani, mafiosi russi, omicidi in serie. Il tutto senza sapere che alle sue spalle qualcuno sta muovendo i fili per lui.   Curato nei particolari a cominciare dalla splendida villa Emo e rafforzato da grandi contributi la fotografia di Alfio Contini e la musica di Ennio Morricone il film è costruito sul classico rapporto maestro-allievo. Ossia sul piacere intenso della sudditanza di una mente, l¹orgasmo intellettivo di trasformare un innocente in un essere che innocente non è, tirando fuori quel lato oscuro che è in tutti noi. La Cavani riscopre la sua vena sadomaso, che per chi ha amato «Il portiere di notte», apoteosi perfetta del rapporto vittima-torturatore in salsa nazi, è sempre una delizia da assaporare. Tagliole per uccidere e torturare, lenzuola rosse, e soprattutto lui, John Malkovich ideale nel ruolo del cattivo con humour, glacialmente calmo, meravigliosamente amorale. Così cattivo che anche dal vivo, durante la conferenza-stampa di presentazione in Italia, è riuscito a mantenere la stessa espressione tra il disgustato e quello che sopporta. Informando i giornalisti che lui non legge i giornali. E parlando in inglese (con timbro stupendo) benché conosca perfettamente l¹italiano. Dispettoso Ripley. Il film scivola verso la conclusione. Quando Tom Ripley scopre di avere anche lui un lato buono. E i buoni, si sa, annoiano terribilmente.