(Libera versione riadattata a “Guerre Stellari” del “Manifesto del futurismo” di Filippo Tommaso Marinetti - Le Figaro, 20 febbraio 1909)
Lucas
salta dietro la macchina da presa con fanatismo futurista. E torna a
cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità.
La magnificenza del mondo stellare arricchito dalla bellezza della
velocità. Un’astronave adorna di grossi tubi simili a serpenti
dall’alito esplosivo...un’astronave ruggente, che sembra correre sulla
mitraglia, ben più bella della Vittoria di Samotracia.
Il coraggio, l’audacia, la ribellione di Skywalker, Obi Wan Kenobi e
gli altri. Sembrano dire: “Noi siamo sul promontorio estremo dei
secoli!...Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare
le misteriose porte dell’impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono
ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creato l’eterna
velocità onnipresente”.
Lucas canta
il vibrante fervore notturno degli arsenali incendiati da violente lune
elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le
officine appese ai pianeti per i contorti fili dei loro fumi; i ponti
simili a ginnasti giganti che fiutano l’orizzonte, e le astronavi
dall’ampio petto, che scalpitano nello spazio, come enormi cavalli
d’acciaio imbrigliati di tubi.
Sveglia la sensibilità del cinema classico attraverso una sensibilità
definita "gagliarda", in cui tutti i cinque sensi sono proiettati in
una continua sollecitazione dagli Effetti Speciali. Un racconto tanto
classico da poter essere ormai generato interamente dal computer:
venuto dalla notte del mistero meccanico, un superiore gingillo
mitologico, apparizione omerica e leggendaria sotto il cielo accecato,
benché folto di stelle e fiammanti spade laser.


NOTIZIE
Il fanatismo futurista
George Lucas salta dietro la macchina da presa con fanatismo futurista. E torna a cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità

12.04.2007 - Autore: Claudio Moretti