Piero Chiambretti, lasciate momentaneamente le vesti di travolgente conduttore di Markette, ha scelto tre film per “My Studio”, il format ideato e prodotto da Studio Universal (Sky) dove sono le celebrità a creare il proprio palinsesto ideale. “Credo che in un mondo come il nostro dove c’è Bruno Vespa, un po’ di Dr. Zivago non faccia male a nessuno”, questo il primo commento dell’anchorman dalla pungente ironia che racconta i come e i perché delle sue tre pellicole preferite. Domenica 20 novembre, a partire dalle 13.30, il canale propone la maratona dei tre film scelti dal “pestifero” Pierino nazionale.
Le tre pellicole scelte da Chiambretti sono Il mistero del cadavere scomparso (1982), di Carl Reiner e con protagonista Steve Martin, Il dottor Zivago (1965), di David Lean e con Omar Sharif e Julie Christie come protagonisti, film vincitore di ben 5 premi Oscar e, infine, Monty Python - Il senso della vita (1983), di Terry Gilliam e Terry Jones, con primi attori Michael Palin, John Cleese e Graham Chapman.
“Scusate se rido- dice Chiambretti - ma sono ancora molto emozionato perché l’operazione non era facile. Quella che mi era stata affidata dai dirigenti di questa rete che propone film di qualità era una vera mission impossible: scegliere tra 200 film”. Prima scelta di Chiambretti, Il mistero del cadavere scomparso, lungometraggio che vuole essere un omaggio al cinema degli anni ’40.
“Un film particolarmente gustoso- racconta il nostro - in cui da Humphrey Bogart, passando per Topo Gigio, arrivando ad Ava Gardner, ci sono tutti. Ma come ci sono?...Morti”, resuscitati tutti insieme grazie ad un’abile tecnica di montaggio da Carl Reiner, che per questo motivo é stato ribattezzato come il “medium”. Ancora a proposito di questo film, Chiambretti racconta: “L’ho visto una sera a Bologna...e rimasi così scioccato che lasciai il mio portafoglio con un milione delle vecchie lire sulla terza fila di quella sala cinematografica”.
Il secondo film scelto é Monty Python: “E’ un film che ha segnato fortemente la mia professione. All’epoca non sapevo cosa avrei fatto della mia esistenza. Ma dopo aver visto il film e una serie di stupende, improbabili scene in cui gli uomini diventano donne, le donne diventano animali, i ciccioni diventano straordinari...ho capito che avrei potuto tentare anche io la strada del surreale televisivo”.
Ma chi sono i Monty Python? “Un gruppo di spiritosi, brillanti, geniali comici - risponde Chiambretti - un gruppo un po’ come i Ricchi e Poveri... però del surreale”. E, per finire, Il dottor Zivago: “Una straordinaria, forse l’unica vera, grande storia d’amore del cinema del Novecento. Che ci permette di rivedere non solo Omar Sharif, ma anche i suoi capelli...in tutte le scene, che ci sia la Siberia, che ci sia la Rivoluzione, che ci sia lo Zar, il ciuffo è sempre più o meno alto così [...] mi ha dato forti emozioni...”


NOTIZIE
Il cinema secondo Pierino
Chiambretti racconta, con la consueta ironia, tre dei suoi film preferiti, selezionati per Studio Universal, il canale dedicato al cinema.

12.04.2007 - Autore: Rossana Cacace