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I Peanuts
Chi sono i Peanuts? Cosa hanno significato per il mondo dei fumetti? Scopritelo insieme a noi in questa scheda dedicata ai mitici personaggi di Charles Schulz.

19.05.2009 - Autore: Roberto Arduini
Cosa si può dire sui Peanuts e su Charles Schulz che non sia già stato detto, ridetto, citato o ripetuto. Sulla saga a fumetti è stato da tempo esaminato ogni aspetto. Tutto ciò che si riferisce ai Peanuts appare ormai logora agiografia, leggenda abusata, fastidioso luogo comune.
Miracolosamente, all’usura dell’apparato critico e celebrativo si contrappone la stupenda vitalità del prodotto in sé. Ogni nuova iniziativa editoriale viene sempre accolta con entusiasmo. La mostra del Cinquantenario tenutasi a Bologna a richiamato più di centomila visitatori. E’ forse l’unico caso in cui una creazione di grande successo popolare trionfa sulla propria stessa voga, spreme dai suoi lettori ogni possibile manifestazione di consenso, ponendosi su un piano di gradimento permanente.
I Peanuts sono stati, e continuano a essere, la prima striscia a fumetti “post-moderna”. Tutto ciò che li riguarda è diverso. Il tratto è graficamente austero, ma sfumato con grazia. Il fumetto è popolato di personaggi complicati, nevrotici, che parlano una lingua brillante, degna di un perfetto dialogo lirico. Le storie sono intrecciate a riferimenti religiosi, alla musica classica, alla psichiatria e alla filosofia. E la fiducia di Schulz nel potere della verità fondata sull’osservazione era tale, che spesso ha trascurato il lato comico della striscia, in favore di aforismi e piccole chiuse surreali, tutte trovate letterarie viste raramente in un media improntato alla barzelletta.
A osservarlo superficialmente, il messaggio di Schulz è ricco del tipico ottimismo americano: “Piccola Gente” (“Lit’l Folks” era il primo titolo delle strisce), con grandi sogni, mai arrendevoli ad arrampicarsi sulla montagnetta una volta di più. Tuttavia il dolore di sostenere quella speranza appare ovunque.
Schulz ha sottoposto il suo goffo antieroe Charlie Brown a ogni sorta di crudeltà infantili. La prima “battuta” dei Peanuts è addirittura : “io odio Charlie Brown”.
Eppure, a leggere le altre strisce in voga oggi, da Calvin e Hobbes a Bloom County, da B.C. a Feiffer e Doonesbury, si ritrova ovunque la sua influenza, nello stile, nel ritmo, nella narrazione. Così, come il pubblico, anche gli autori di fumetti guardano ai Peanuts come a un’inesauribile fonte di idee.