Molti fumatori troverebbero democratica l’idea di marchiare gli schermi domestici col più funesto dei moniti contemporanei “nuoce gravemente alla salute”. Se davvero fosse possibile porre una simile esortazione su telecomandi e apparecchi televisivi, si visualizzerebbe una volta per sempre la sintesi che troppo spesso balena alla mente dei fruitori più attenti e scrupolosi, a cui non sfugge il cattivo gusto di alcuni indigesti programmi.
Nemmeno il Comitato di autoregolamentazione tv e minori ha potuto bypassare su una situazione così drammaticamente molesta e irrispettosa, sanzionando nella relazione di questo luglio, a compimento dei primi sei mesi di attività, circa sedici trasmissioni compromettenti, di cui 3 della Rai, 12 di Mediaset e 1 di una tv locale.
Primo classificato nella squallida parade è il non lontano alterco tra Pappalardo e Zequila, meritevoli di aver offerto uno spaccato di miseria umana degno del miglior realismo trash. L’amaro episodio di Domenica In è costato a Mamma Rai una multa di 200.000 euro. Non se la sono cavata meglio a casa Mediaset, dove regna sovrana la sprezzante volgarità di Teo Mammuccari, che con Distraction ha reso immangiabili i manicaretti davanti alla tv, svendendo un’umanità degradata dalla personale brama di soldi e istantanea notorietà.
Indice puntato anche contro quel malcapitato di Enrico Ruggeri, più digeribile davanti al microfono che negli studi del Bivio, sanzionato a sua volta per l’intervista alla figlia minorenne di una donna gay che aveva cambiato sesso. Sotto accusa anche il seguitissimo Le Iene, per l’intervista doppia a due Veline che non mancarono di recare aggiornamento sulla propria condotta sessuale, ma anche Lucignolo e Studio Aperto, sempre prodighi di piccanti dettagli e violenti servizi, sfornati caldi caldi per la prima serata in famiglia di Italia Uno.
Se le trasmissioni in questione offendono in primis -stando alle valutazioni del Codice- bambini e minori che sempre più a lungo bivaccano davanti alla scatola infernale, il pensiero vola immediato a una riflessione meno circoscritta: perché non prevenire invece di curare? Chi di noi utenti riceverà un soldo da questo risarcimento? Perché farci sapere di tanta pia scrupolosità solo dopo aver gonfiato i molti portafogli con lo share conquistato attraverso il gioco basso di una “malatv”, fatta di immagini shock e servizi al peperoncino?
Che scenda l’ennesimo velo pietoso. E nel frattempo, qualcuno si accomodi pure a credere che giustizia è stata fatta.


NOTIZIE
I giorni della 'Malatv'
La tv fa male alla salute dei baby-consumatori: sono circa sedici i programmi definiti come dannosi o volgari dal Codice di autoregolamentazione tv e minori. Tra gli "imputati", Distraction, Domenica In e Le Iene.

12.04.2007 - Autore: Seralisa Carbone