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I "fratelli terribili" del cinema americano

La palma degli autori più iconoclasti ed originali spetta probabilmente a Joel ed Ethan Coen.

Fratello dove sei?

14.04.2003 - Autore: Adriano Ercolani
Nel panorama contemporaneo della cinematografia statunitense, sia quella indipendente sia la schiera di registi che lavorano a Hollywood, la palma degli autori più iconoclasti ed originali spetta probabilmente a Joel ed Ethan Coen. Praticamente in ogni loro pellicola hanno cambiato stile di regia, ed in molti casi anche la struttura della sceneggiatura dei loro film non ha seguito regole prestabilite. Pensiamo al loro penultimo lavoro, lo scoppiettante Fratello, Dove Sei? (O Brother, Where are Thou? 2000), che insieme ad una regia mirabolante ed istrionica ha accoppiato uno script allinsegna del nonsense e dellaccumulazione quasi casuale degli eventi, fino allo scioglimento finale. E pensare che hanno più volte sostenuto di essersi ispirati allOdissea di Omero, senza averla neppure mai letta! Ma se allora il loro stile di scrittura e di messa in scena è così eterogeneo e vario, come mai riconosciamo subito unopera dei fratelli Coen quando la vediamo? La costante stilistica, o meglio latteggiamento con cui questi due cineasti si sono sempre accostati alle loro pellicole, è sempre stato di lucidissima e calcolata freddezza della narrazione e delle riprese, tanto da essere paragonati spesso e volentieri (e non senza ragione) ad un altro grande freddo come lo era Stanley Kubrick. Sia sia girino un thriller come il loro lungometraggio desordio, Blood Simple (id., 1984), sia si cimentino nella commedia slapstick di Arizona Junior (Raising Arizona, 1987), o nel gangster-movie del bellissimo Crocevia della Morte (Millers Crossing, 1990), la sensazione che si ha quando si guarda una loro pellicola è di calcolato distacco, che rende il loro lavoro sempre interessante ed in un certo senso scomodo da giudicare; sembra, infatti, che i due fratelli terribili vogliano, con questo loro atteggiamento, deludere sempre e comunque le attese degli spettatori e dei critici, cimentandosi sempre nei generi classici americani per poi ribaltarne gli stilemi e le potenzialità cinematografiche. Pensiamo al loro Fargo (id., 1996), un noir dichiarato in cui però non vi sono né astuti poliziotti né tanto meno criminali incalliti ed infallibili, ma soltanto poveri sbandati mossi da pulsioni primarie e frustrazioni varie; ci viene in mente anche il bizzarro Barton Fink (id., 1991), trionfatore a Cannes, dove il protagonista è un commediografo di successo che, chiuso dentro un albergo (che rimanda direttamente allOverlook di Shining) per scrivere una sceneggiatura cinematografica, si rivela invece un inetto, e viene provvidenzialmente aiutato dal commesso viaggiatore impazzito, molto più saggio ed esperto di lui. Come abbiamo dunque evidenziato, quello che un film dei Coen in apparenza promette, viene poi sempre del tutto disatteso, in favore di qualche altro tipo dinvenzione cinematografica. In questo senso, non hanno certo sbagliato i numerosi studiosi che hanno parlato di registi-critici invece che di registi-cinefili: loperazione che i Coen, infatti, fanno è di smontare le strutture portanti del cinema e ricomporle a loro piacimento, spesso ricorrendo a vere e proprie regole letterarie ed ispirandosi a scrittori come Hammett e Cain, almeno per quel che riguarda i loro noir; e proprio questo loro ultimo film, The Man Who Wasnt There\" (2000), si presenta secondo le modalità classiche del genere, con la variante però di essere stato girato interamente in bianco e nero. Interprete principale la musa dei Coen (e moglie di Joel) Frances McDormand, affiancata dal poliedrico Billy Bob Thornton. Lunico film in cui forse la loro calcolata freddezza intellettualistica è venuta in un certo senso meno è stato il divertentissimo Il Grande Lebowski (The Big Lebowski, 1998), commedia dellassurdo che vede Jeff Bridges nei panni di uno stralunato e sarcastico ex-hippie, impegnato a giocare a bowling e vivere ai margini della società dei consumi, secondo la propria filosofia; il carattere del tutto gigione e sardonico del personaggio evidentemente ben si è accordato con quello dei due autori...