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Hawthorne: la maledizione dell'ospedale di Jada...

Arriva su Cielo il medical drama con protagonista Jada Pinkett Smith

Hawthorne - Jada Pinkett Smith

07.01.2011 - Autore: Valeria Roscioni
Lo stiamo perdendo! Lo stiamo perdendo! Il paziente? No, il medical.

Dopo ben quindici stagioni di “E.R. – Medici in prima linea”, innumerevoli serie ambientate in ospedale, l’arrivo del Dottor House da una parte, e della malinconica Meredith Grey dall’altra, era plausibile pensare che il classico impianto narrativo con plurimo ingresso di barelle nel pronto soccorso fosse ormai largamente superato.

Dello stesso parere non deve però essere John Masius, il creatore di “Hawthorne -  Angeli in corsia”, serie ospedaliera dal solido impianto classico con la bella ed elegante Jada Pinkett Smith nelle vesti di protagonista assoluta e produttrice esecutiva, nonché di specchietto per le allodole attira pubblico. Eppure la presenza della moglie del tanto amato Will non si limita affatto a questo: Jada nei panni della Capo infermiera Christina Hawthorne, donna battagliera dalla vita complessa innamorata del proprio lavoro, impiega meno della metà del pilot a diventare l’autentica anima di questo serial che, a differenza del classico medical cui si accennava all’inizio, perde del tutto la sua coralità spostando l’attenzione su un solo personaggio, un personaggio femminile di cui è in primo piano la professionalità e non il cuore, un personaggio che non è affatto un medico ma un’infermiera. Persino “Scrubs”, che di alcune dinamiche usurate si è sempre preso gioco, non ha mai potuto fare tanto lasciando Carla sola con tre dottorini da gestire.

Dunque dietro una confezione già vista, al primo sguardo persino banale, si cela un lavoro di sceneggiatura che non è affatto da sottovalutare dato che detronizzando i plurispecializzati medici apre le porte di un ospedale del tutto diverso in cui emergono dinamiche lavorative ed interpersonali ancora almeno in parte inesplorate. Certo fotografia e regia fanno del loro meglio per far emergere un voluto ma un tantino noioso effetto deja vu, eppure questo non basta per eclissare del tutto la specificità di “Hawthorne” che entra a testa a alta e senza paura nel mondo degli infermieri con sfumature di denuncia che ricordano A cuore aperto e che pian piano la TV sembrava essersi dimenticata di mescolare con le trame seriali, eccezion fatta per alcuni titoli di tutto rispetto che si inseriscono nella tradizione di “Hill Street giorno e notte”.

Un pronto soccorso del tutto nuovo prende vita sotto le vecchie spoglie e la Smith, nonostante si trovi sempre al centro si situazioni estreme sfidando ogni statistica, alterna con grande naturalezza gli sguardi determinati a quelli toccanti lasciando che il suo staff passi in secondo piano, forse perché interpretato con meno smalto, forse perché poco sorprendente negli sviluppi. Le storie, infatti, non decollano fino in fondo, sempre in procinto di osare davvero ma mai del tutto fresche in quanto troppo prese a calcare la mano sul dramma, e non bastano i siparietti ironici a cui a turno ogni infermiere si sottopone o la presenza del sempre bello Michael Vartan per tenere l’attenzione desta e i cuori palpitanti.

Ma, d’altro canto, è risaputo che l’accettazione è il luogo per antonomasia in cui l’adrenalina può entrare in circolo da un momento all’altro: l’attenzione al privato di alcuni personaggi, quasi tutti dotati di specificità in potenza interessanti, potrebbe mettere in moto la curiosità dello spettatore seriale, e alcuni casi medici potrebbero rivelarsi appassionanti. L’ultima parola spetta al pubblico con il quale l’appuntamento è su Cielo a partire da domenica 9 gennaio alle 21:00.