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Garbo e fascino

Barbora Bobulova, slovacca, per adozione artistica appartiene all'Italia, che ha voluto premiarla il 29 aprile con l'illustre David di Donatello.

TARTARUGHE SUL DORSO

12.04.2007 - Autore: Giulia Villoresi
Barbora Bobulova, 29 anni, slovacca, per adozione artistica appartiene all’Italia, che ha voluto premiarla il 29 aprile con l’illustre David di Donatello. Nelle vesti di un’imprenditrice redenta nel nuovo film di Ozpetek Cuore Sacro, la Bobulova suggella in un solo colpo carriera e cittadinanza.
Si definisce razionale, determinata e sensibile, ma i suoi ammiratori leggono in lei non solo il talento caparbio della brava attrice, ma la classe riservata di una star. Una star che per amore del cinema rinuncia al sogno di una vita bucolica per trasferirsi nella caotica capitale.
A dodici anni accompagnava la sorella ad un casting per la televisione, ma il caso decideva per lei, e il regista la scritturava aprendole le porte del piccolo schermo slovacco. Poi a diciotto anni l’Accademia d’Arte Drammatica di Bratislava, teatro sperimentale e teatro classico, con un occhio di riguardo per Checov, Dostoevskij, Balzac e Shakespeare.
Fino al 1995 l’unica eco che le giungeva dall’Italia erano i film di Pasolini e di Fellini. Finché un giorno una direttrice di casting italiana parte per Bratislava per cercare un talento dell’est. Ed eccola, trasportata da Claudio Sestieri sul set di Infiltrato, al fianco di Valerio Matrandrea.
L’anno seguente lavora con Marco Belloccio ne Il Principe di Homburg, presentato al Festival di Cannes. Vince una borsa di studio e parte per New York, al suo ritorno in Italia la aspettano diverse produzioni televisive, la più famosa delle quali è Maria Josè di Carlo Lizzani, nella quale la Barbora interpreta il ruolo dell’ultima regina d’Italia. Il suo garbo, il suo fascino, la sua intensità conquistano il cuore di registi come Muccino, che la sceglie per Ecco Fatto, o come Claudia Florio, che la vuole come protagonista de La Regina degli Scacchi. Dopo la parentesi, sgradita ai più, di Ovunque Sei, accolto da una pioggia di fischi al Festival di Venezia, la Bobulova lavora con Alex Infascelli ne Il Siero delle Vanità, thriller pulp, amara caricatura del costume televisivo, dove la Bobulova, seppure non protagonista, da il meglio di sé. Attesa in questi giorni in tutte le sale con il film dell’esordiente Stefano Pasetto, Tartarughe sul dorso, a cui già la critica comincia a dedicare benevole attenzioni.