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Filantropia in prima serata

Arriva su Joi dal 5 febbraio prossimo "The Philantropist", la serie targata NBC che racconta la conversione in filantropo di un miliardario/playboy incallito.

The Philantropist

29.01.2010 - Autore: Francesco Benincasa
Arriva con un tempismo straordinario su Joi la serie TV “The Philantropist”, e per un bizzarro caso del destino non si possono non presentare gli otto episodi che ne compongono la prima ed unica stagione finora prodotta, senza intrecciare la sceneggiatura con l’attualità di questi giorni.

Teddy Rist (James Purefoy) è infatti il più classico dei miliardari/playboy, che riempie la sua vita di lussi e di donne per non sentire il peso della perdita del suo unico figlio, finchè dopo essere stato testimone di una grave alluvione in Nigeria e aver salvato un ragazzo, si convince che è giunto il momento di cambiare vita.

Da quel momento in avanti, Mr. Rist realizzerà che il mondo intorno a lui è pieno di sofferenze, e deciderà praticamente all’improvviso di utilizzare il suo potere, il suo denaro e la sua passione per aiutare le persone che ne hanno bisogno, in compagnia dell’amico e socio d’affari Philip Maidstone (Jesse L. Martin) e con l’assistenza della moglie di quest’ultimo, Olivia (Neve Campbell), che sarà messa anche alla guida dell’organizzazione caritatevole fondata dai due miliardari. 

Liberamente ispirato alla vita di Bobby Sager - un tempo presidente del prestigioso Gordon Brothers Group, diventato in seguito “filantropo” e fondatore dell’organizzazione benefica Sager Family Traveling Foundation and Roadshow -, “The Philantropist” rappresenta la presa di coscienza di chi, come appunto il protagonista, non si era troppo curato dell’esistenza degli altri e viveva la sua vita, piena di agi e di lusso, senza lasciarsi toccare in alcun modo dalla sofferenza altrui.

Questo finché una tragedia vissuta in prima persona non lo ha messo davanti alla realtà.

Ed ecco che si torna al discorso iniziale, all’intreccio con l’attualità, che riconduce alle azioni di quanti, tra i personaggi dello spettacolo o i cosiddetti VIP, si sono mobilitati per la raccolta di fondi necessari ad affrontare la grave emergenza di Haiti.

In più - e ad ulteriore conferma - l’episodio conclusivo della serie ha come titolo proprio “Haiti”, e vedrà Teddy e Philip partire per l’isola caraibica per tentare di alleviare la sofferenza di chi si trova a convivere con la continua carenza di cibo.

Una fiction, quindi, “The Philantropist”, che trova parecchie conferme nella realtà condivisa e non potrà non far discutere.

Punti di forza delle serie sono certamente la qualità cinematografica, sulla quale la critica ha espresso un giudizio positivo pressoché unanime; la bravura del protagonista James Purefoy, capace di veloci cambi di registro e molto credibile nel ruolo; e il fatto di sollevare la discussione  intorno a un tema importante come è quello dell’amore per l’essere umano, traduzione letterale del termine filantropia. Certo, il buonismo di fondo e il taglio dato al protagonista sono discutibili, ma perfettamente rispondenti a un certo tipo di “sceneggiatura all’americana”.

La reazione del pubblico in patria (la serie è andata in onda sulla NBC a partire da giugno 2009) è stata entusiastica per l’episodio pilota, visto da circa 7 milioni e mezzo di persone, ma lo show ha registrato via via un calo di ascolti nel corso delle puntate successive, per chiudere con una media che dal quarto episodio in poi si è attestata sui 4 milioni e mezzo di spettatori.

Vedremo l’effetto che “The Philantropist” avrà sugli spettatori italiani, a partire dal 5 febbraio prossimo, in prima serata alle ore 21:00 ogni venerdì su Joi (Mediaset Premium Gallery), in anteprima assoluta.