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Fast Food Nation

Pellicola molto intensa e capace di attaccare con ironia il sistema. L'importanza del tema trattato è testimoniata dalla lunga serie di attori che hanno voluto schierarsi: Bruce Willis, Patricia Arquette, Avril Lavigne ed Ethan Hawke

Fast Food Nation

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Mettere alla berlina tutta la filiera che sta dietro le grandi catene di fast-food americani, produttrici di cibo di enorme consumo ma di scarsissima qualità. Intrecciando tre storie che tra loro si toccano solo in maniera tangenziale, Linklater realizza l’ardua impresa di trarre un lungometraggio dall’omonimo romanzo/inchiesta di Eric Schlosser – coautore della sceneggiatura insieme al regista – trasformandolo in un’opera corale e sfaccettata, interessante anche se non del tutto compiuta.

L’inizio del film possiede i toni della commedia farsesca nel seguire le gesta di un bravissimo Greg Kinnear, mentre la linea narrativa di cui è protagonista l’intensa Catalina Sandino Moreno è decisamente più drammatica; il problema di questa parte del film sta però nell’eccessiva prevedibilità degli eventi, ed in una certa schematicità dei personaggi: Linklater segue in maniera piuttosto scontata il gruppo di immigrati clandestini sudamericani nel loro percorso di “caduta” all’interno dei meccanismi dell’industria dello sfruttamento americana, e non sembra riuscire a proporre qualcosa che non sia già visto; lo stile documentaristico della regia possiede una sua realistica efficacia, ma non è supportato da una trama che regala scatti o sorprese nello svolgimento della vicenda. Più azzeccata nella sua paradossale vacuità è la presa di coscienza di un gruppo di adolescenti americani che decide di ribellarsi alla politica di queste multinazionali, arrivando ad ideare una serie di azioni di sabotaggio, che alla fine rivelano soltanto tutta la superficialità della loro impegno.

Da sempre cineasta in grado di interessare la critica con un cinema che spazia dalla piena indipendenza ad una subordinazione intelligente alle regole del mainstream – ricordiamo il divertentissimo “School of Rock” (id., 2003) – Richard Linklater conferma con questa sua nuova pellicola di voler continuare il suo personale discorso di approfondimento sulle macabre sfaccettature della società “made in Usa”.

Fast Food Nation” è una pellicola in alcuni momenti molto intensa, capace di lanciare contro il sistema che prende di mira dei precisi strali accusatori; l’importanza del tema trattato è testimoniata dalla lunga serie di attori che hanno voluto schierarsi prendendo parte al progetto: da Kinnear alla Arquette, dalla neo pop-star Avril Lavigne ad un carismatico Bruce Willis, che si presta per una sola scena ma lascia un segno indelebile su tutto il film.

Atto accusatorio di evidente sincerità, “Fast Food Nation” perde di efficacia a causa di un’eccessiva schematizzazione di alcuni personaggi e di almeno una delle tre storie principali: Linklater si dimostra comunque un autore intelligente e coraggioso, da cui ci aspettiamo grandi cose soprattutto dall’altro suo lavoro presente a Cannes, quello “A Scanner Darkly” tratto da uno dei capolavori assoluti di Philip K. Dick.