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Fare buona tv
Una volta Corrado Augias si espresso sull'argomento di come 'fare buona televisione'. Alberto Angela ci parla di cosa ne pensa...

12.04.2007 - Autore: Teresa Manuela Plati
Una volta Corrado Augias sullargomento \'fare buona televisione\' ha detto:
\"La necessità di affrontare la concorrenza, di sostenere nuove sfide mette al primo posto il doversi battere ad armi pari con la tv commerciale. Quindi varietà contro varietà, balletto contro balletto, quiz contro quiz. La posta in gioco non è più il livello dei programmie la tv è ormai un prodotto che rispecchia quella regola della finanza secondo la quale la moneta cattiva scaccia quella buona. I cattivi programmi, quelli mediocri, scacciano quelli buoni, cioè i programmi di impegno.\"
Lei si propone di fare ottimi programmi sulla ricerca, lapprofondimento scientifico compensati da altrettanto ottimi ascolti. E daccordo con questa visione di Augias?
A.A.:\"Diciamo che è un pericolo reale, ma direi che lago della bilancia si muove non sulla base di ciò che viene offerto, ma in relazione a quello che viene domandato e registrato, poi, dallascolto. Un programma, infatti, può essere cattivo o buonissimo, ma se fa un buono ascolto rimane!
In seconda battuta, si arriva a ciò che ha detto Augias: la spinta, la ricerca di ascolti possono condizionare la struttura della programmazione in un senso anziché un altro.
Rispetto a ciò che offrono alcuni programmi, noi facciamo una lotta impari. Limportante, comunque, credo sia cercare di fornire un format di qualità: qualità di immagini, aspetto che curiamo molto; qualità di contenuti e, rispetto a questo, è propria la scarsa qualità di alcuni programmi ad aiutare quelli più curati.
Premesso questo, però, è anche vero che bisogna educare lascoltatore a fare delle scelte, a capire che la televisione è uno strumento molto potente che serve a nutrire il cervello non ad intrattenerlo come se fosse una musichetta da stand by telefonica. Cercare di non scivolare in questa ricerca spasmodica dellaudience che può generare dei mostri televisivi non è semplice, ma - lo ripeto - laudience non la crea la televisione, la crea il pubblico da casa.
Rai e Mediaset sono come dei cuochi: cucinano quello che la gente vuole mangiare e, detto ciò, non credo e neanche sarebbe giusto pretendere che la televisione produca solo cultura, ma del resto non può neanche essere solo intrattenimento: giusta misura\".