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Essere o non essere: questo è reality

La Pupa e il Secchione rende merito agli ascolti ma conduce a una seria riflessione: cosa paga di più tra etica e estetica? Il neonato reality di Italia1, in via del tutto paradossale, riscatta la bruttezza e ridimensiona la portata del bel vedere

La Pupa e il Secchione

19.05.2009 - Autore: Seralisa Carbone
Meglio l’astrofisica o un fisico stratosferico? Questo il dilemma proposto ogni giovedì in prima serata su Italia 1 da Enrico Papi e Federica Panicucci in quel de La Pupa e il Secchione, il reality show da poco approdato in Italia e già popolare in America, dove ha fatto la sua fortuna grazie alla brillante idea di una lungimirante e fascinosa Demi Moore.

Quattordici concorrenti: sette pezzi da novanta, muniti di laurea e rara bruttezza convivono in una villa superaccessoriata insieme a sette belle figliole con sex appeal da calendive e il quoziente intellettivo di un’insegna luminosa. Una convivenza forzata:  per compensare le carenze estetiche dei secchioni  e tentare di ridurre l’eco cerebrale delle splendide pupe, tra cui spiccano un’aspirante sosia di Paris Hilton, una statuaria modella di lingerie con accento degno di Lino Banfi, un’ex corteggiatrice di Uomini e donne, un’ex schedina della Ventura, una modella marocchina con fare da odalisca, una pr della Milano da bere e un’aspirante stilista  col pallino dello step.

Inutile decantare le lodi dei superdotti cavalieri, tra cui spiccano l’implume dottore in fisica, il genio dell’enigmistica overdosato in adipe e peluria, un pubblicitario col fascino di Mickey Mouse e la passione per i classici greci, un ingegnere che non ha mai conosciuto i piaceri della carne, uno studente appassionato di sudoku e un analista programmatore che, in fondo in fondo, tanto male poi non è. Miracoli del paradosso: l’esuberanza fisica delle pupe assume sfumature grottesche dinanzi all’evidenza della loro multidirezionale ignoranza, emblematicamente rappresentata –nel corso della prima puntata- da un “errore di valutazione” che vedeva scambiare Rita Levi Montalcini con la regina d’Inghilterra.

Insomma, si può serenamente affermare che i baciati dalla fortuna siano proprio i secchioni. Sfigati sì, inesperti pure, ma certamente più dignitosi nell’essere di quanto le pupe lo siano nell’apparire, ed è forse questo eclatante gap a garantire il successo che giorno per giorno La Pupa e il Secchione sta mietendo, a conferma del fatto che, in fin dei conti, il significato della parola “mostro” ha una varietà di  applicazioni tale da rovesciarne la percezione tradizionale.

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