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Erotismo dagli occhi a mandorla
Il genere hentai sta vivendo un boom economico, in Giappone, dove gli Anime e gli Oav, i cartoni animati prodotti soltanto per la vendita in videocassetta, sono molto diffusi.

19.05.2009 - Autore: Roberto Arduini
\"La Clinica dell\'Amore\" per gli appassionati del genere è sicuramente la più nota serie fetish mai diffusa in Italia. E Ruko Tatase ne è il simbolo.
Erotismo, voyeurismo, feticismo, sadomasochismo. Nel cartone animato sono trattate tutte le variazioni sessuali.
Ma cosa lo rende popolare?
Proviamo a entrare nella clinica più famosa di Tokyo, dove appunto il genere hard non è mai abbastanza pesante e nessun tabù è troppo... beh, tabù!
Il genere hentai sta vivendo un boom economico, in Giappone, dove gli Anime e gli Oav, i cartoni animati prodotti soltanto per la vendita in videocassetta, sono molto diffusi. Ma anche nel resto del mondo, negli Stati Uniti e in Europa, dove rappresenta un genere di sottocultura, si assiste a un successo sempre crescente.
Si tratta del mondo selvaggio e innegabilmente osè dellanimazione giapponese, in cui qualsiasi cosa è accettata. O meglio, qualsiasi cosa tranne i peli pubici, i falli al naturale e le penetrazioni.
In fondo, anche i cartoni hanno unetica.
E da un hentai, un video specificamente diretto agli adulti, ci si aspettano determinate cose. Corpi nudi perfetti. Momenti di piacere. Ma non falli parlanti, non orgasmi che mandano i personaggi in unorbita interplanetario, non un seme riproduttivo che esplode come fosse fuoco dartificio e poi ricade come fosse pioggia celestiale. Non ci si aspettano nemmeno dibattiti lesbici in cui la poetessa Saffo stessa illustra alla comunità delle ragazze i vantaggi e i difetti delluso di un vibratore nel gioco intimo.
Non è proprio questo il caso di un hentai classico. Ci si trova dinanzi infatti a una delle sue variazioni, la più fantasiosa di tutto il vasto assortimento di nudi disegnati disponibile per il mercato occidentale. La prima serie uscì nel 1997, diretta appunto da Takashi Watanabe e intitolata Benvenuti alla Clinica dellAmore (Welcome to Ogenki Clinic), divisa in quattro episodi, tutti riguardanti lesimio primario Ogekuri. Proprio per largomento trattato, si può indovinare fin da subito il tipo di consiglio che lamato dottor Sawaru dà alle pazienti che vanno da lui, come nel caso delle gemelle lesbiche e frustrate, Sachiko e Shoko, o come nel caso della donna dipendente in maniera totale dai vibratori. Un altro caso clinico è quello di una rock star che non riesce a raggiungere lorgasmo dai tempi in cui perse la verginità e ha dedicato tutto il suo impegno e la sua passione nel genere heavy metal.
Con il vigore che solo un cartone può avere, il dottor Ogekuri gestisce ogni crisi tirando fuori la sua esperienza.
Come in una sorta di Paese delle Meraviglie dellEros (in cui Alice non può che essere Ruko Tatase), la clinica è il posto in cui la fantasia viaggia a briglie sciolte e gli eccessi sono sempre espressi in un modo che sembra soddisfare perfettamente la voglia di esagerare, sopraffacendo le aspettative sessuali del pubblico. Le inquadrature e i disegni sono in egual misura divertenti e bizzarre, come nel caso della seconda serie di episodi, intitolata La regina del Rock n Roll soffre di combustione interna (Case #3: Rock \'N\' Roll Queen Suffering From \'Internal Combustion\'). In questo caso, i tentativi del dottor Ogekuri di piacere alla riluttante Katty Queen sono presentati come se fossero un videogame.
Nellultima serie di episodi, Ritorno alla Clinica dellAmore (Return to Ogenki Clinic), il tenore è lo stesso, con un leggero prevalere dei casi curati dalla sensuale Ruko Tatase.
Si può ben capire, insomma, come questo hentai carnascialesco, porti sempre verso un approccio umoristico e dissacrante del nudo e del sesso, rendendo le storie più demenziali che perverse. Con uninventiva sbalorditiva, Takashi Watanabe rende al meglio i disegni del manga di Haruka Inui, divenendo una valida alternativa agli hentai seriosi. La clinica dellAmore così la cura adatta per i palati sessuali più fini ed esigenti del genere.