

NOTIZIE
ER - i medici in prima linea
"E.R.", tratto dall'omonimo libro dello scrittore Michael Crichton, autore di molti best seller tra cui, "Jurassic Park", è di nuovo sui piccoli schermi italiani.

19.05.2009 - Autore: Francesca Camerino
"E.R.", tratto dall'omonimo libro dello scrittore Michael Crichton, autore di molti best seller tra cui, "Jurassic Park", è di nuovo sui piccoli schermi italiani. Prodotta da Warner Bros la serie è giunta all'ottava serie.
La coppia di medici più amata è quella formata dalla bella e simpatica dottoressa inglese Elizabeth Corday (Alex Kingston) e dello storico Dr. Mark Greene (Anthony Edwards), divenuto suo marito. Sono loro, i protagonisti assoluti dell'ultima serie giunta in Italia. E nelle ultime puntate c'è stata un'altra novità: il ritorno del Dr. Susan Lewis(Sherry Stringfield), che diventerà un'amica intima di Carter.
Ancora single, ma comunque figura centrale del telefilm, John Carter (Noah Wyle), dopo l'allontanamento del 'belloccio' Clooney dalla serie sembra essere candidato a diventare il nuovo sex symbol del policlinico della Contea di Chicago. E' il più bello ma anche il più bravo. E' sempre lucido, non ha esitazioni e sceglie sempre la soluzione più giusta. In fondo, oramai, è 'assistente anziano'.
Un'altra figura fissa del Pronto Soccorso è Abbey Lockheart, l'infermiera di maggiore esperienza: Abby era studentessa in medicina ma è stata retrocessa ad infermiera perchè il suo ex marito non le pagava le tasse universitarie. E' una donna sensibile che cerca di fare la 'dura' ma non vi riesce. Avrà una storia con il Dr. Luka Kovac, il croato giunto negli Stati Uniti dopo essere sopravvissuto alla guerra nei Balcani che gli ha strappato moglie e figli. Ma durerà solo un'anno per incomprensioni a livello caratteriale.
Notevole come sempre la sceneggiatura e la descrizione dei medici, mai banalizzata e appiattita sulla figura del dottore super-eroe senza difetti che sconfigge qualsiasi malattia. Nelle corsie del policlinico di Chicago i pazienti muoiono, rimangono paralizzati, alle volte anche per una banale distrazione degli operatori sanitari.
Non c'è sempre una soluzione per tutti i mali, perché questo non è un atollo paradisiaco, ma un luogo 'infernale'. I medici, poi sono più umani che mai, e se dovessimo contare i difetti e le imperfezioni di questi personaggi, sarebbero sicuramente superiori ai meriti.
I medici di "E.R." non sono dei modelli da seguire, ma sono sicuramente molto verosimili, a differenza di altri sceneggiati dove i medici vengono dipinti come degli onnipotenti, in grado di guarire con un miracolo qualsiasi degente. In "E.R." anche i medici possono diventare per qualche tempo pazienti ( come è accaduto, in passato, a Carter), oppure a volte per ritornare ad esercitare sono costretti a sottoporsi a controlli e prove umilianti, così come avviene spesso ad Elisabeth, presa di mira, probabilmente, perchè suscita delle invidie, data la sua bravura.
Il tutto davanti agli occhi vigili di Kerry Weaver (Laura Innes), alla quale non scappa nulla pur di 'fare le scarpe a qualcuno' e del 'cinico' Dr. Robert Romano (Paul McCrane), pena l'immediato allontanamento dall'ospedale.