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Elektra

Una Jennifer Garner sinuosa nei panni dell'eroina ideata dalla Marvel diretta da Rob Bowman. Da oggi nelle sale italiane.

Elektra

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
  di Rob Bowman;
con Jennifer Garner, Terence Stamp
 
A cominciare  dallo stupendo “Batman” (id., 1989), il cinema di super-eroi tratti dai fumetti ci ha regalato grandi pellicole, e non soltanto blockbuster destinati a sbancare i botteghini internazionali. Partendo dai primi due episodi delle avventure dell’Uomo-pipistrello – quelli più “dark” e personali di Tim Burton, non i baracconi insensati di Joel Schumacher – abbiamo via via apprezzato con sincera emozione prima la tagliente compattezza degli “X-Men” (Id., 2000) di Bryan Singer, poi la grandiosa resa visiva dei due “Spider-man” (id., 2002) di Sam Raimi, ed anche in parte, l’esperimento visivo-concettuale dell’affascinante “Hulk” (The Hulk, 2003) di Ang Lee. Insomma, il cinema di eroi, di super-poteri e di effetti speciali ha secondo noi saputo cogliere, in molti dei suoi prodotti, il favore dello spettatore grazie a delle opere importanti e finemente realizzate, affidate spesso a veri e propri geni della “Settima Arte”. Purtroppo però la resa economica di questo filone ha anche portato alla serializzazione, oppure alla creazione di prodotti di consumo che molto poco hanno a che vedere con la bellezza estetica e l’importanza dei film sopra citati. Senza elencare una serie inutile di titoli che andrebbero dimenticati, ci interessa soltanto raccontare che il peggio di questa sotto-produzione pensavamo di averlo raggiunto con l’insulso “Catwoman” (id., 2004) di Pitof, annacquato polpettone in cui Halle Berry riusciva ad annientare anche il mitico ricordo della sinuosa donna-gatto interpretata da Micelle Pfeiffer in “Batman – Il ritorno” (Batman Returns, 1992). Ebbene, dopo aver visto “Elektra”, dobbiamo purtroppo ammettere che il fondo non era ancora stato raggiunto. Annunciato e tanto reclamizzato “spin-off” del già mediocre “Daredevil” (id., 2003), questa seconda apparizione dell’eroina ideata dalla Marvel si presenta come un film di una superficialità devastante, soprattutto nella messa in scena, che è probabilmente una colpa inammissibile per un prodotto del genere. Visivamente povero, quando non addirittura approssimativo, “Elektra” si poggia su una sceneggiatura di una banalità sconvolgente, che mette in bocca ai personaggi delle ovvietà degne del peggior cinema di “serie B”. Ma già chiamare “personaggi” le figure che per un’ora e mezza vediamo lottare sullo schermo ci sembra un’esagerazione: ma era proprio impossibile mettere nello script un minimo di coerenza logica, una briciola di delineazione psicologica, invece di appiccicare senza senso frasi fatte e situazioni trite e ritrite? In mezzo a tanta povertà di idee naufragano senza possibilità di redenzione anche regista ed attori, Rob Bowman – suo era l’interessante “Il regno del fuoco” (Reign of Fire, 2002) – e soprattutto Jennifer Garner, sinuosa ma poco convincente protagonista. Meglio glissare poi sull’imbarazzante ruolo di Terence Stamp: perché un’icona di un ceto tipo di cinema, intelligente e gioiosamente fuori dalle regole, ha accettato una simile degradante sciocchezza? Mah offscreen