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Dinosauri di serie?

Spielberg torna al piccolo schermo e porta con sé una squadra di dinosauri. Con Terra Nova le avventure di Jurassic Park si estinguono una volta per tutte.

Terra Nova

02.10.2011 - Autore: Valeria Roscioni
Forse gli scenari apocalittici non giovano a Spielberg nelle vesti di produttore esecutivo sul piccolo schermo. Falling Skies, attesissimo, non ha suscitato il clamore sperato. Ora è il momento di Terra Nova, presentato ieri in anteprima al Roma Fiction Fest a sole ventiquattro ore di distanza dalla messa in onda americana. Nel 2149 la Terra sta morendo, l’aria è irrespirabile e il controllo demografico impone di non superare le quattro persone per ogni nucleo familiare. Per questo gli Shannon, clandestinamente in cinque, forzeranno il sistema per fuggire indietro nel tempo di ottantacinque milioni di anni e raggiungere Terra Nova, colonia  nell’epoca preistorica dove la luna è ancora visibile e le nuvole non sono solo un’immagine da guardare nei libri. La fortezza incontra Jurassic Park, gli scenari rimandano ad Avatar (e anche la presenza di Stephen Lang nei panni di un capitano dell’esercito non è esattamente un inedito) e lo spettatore capisce in fretta che il meccanismo è creato appositamente sulla base di ciò che, ormai è chiaro, richiama le folle.

E la folla c’è. Ovviamente. Se ne sta con il naso all’insù a guardare i brachiosauri con i loro colli lunghissimi, e sobbalza quando i carnivori di turno attaccano, chiaramente in branco. Ma le creature preistoriche non affascinano come dovrebbero, non catturano e non stupiscono; Spielberg ha voluto che fossero molto diverse da quelli da lui creati nell’ormai lontano 1993 ma i quasi venti anni di scarto non sembrano, in questo caso, aver giovato agli effetti speciali. E non solo perché, per volontà del regista, non ci sarà il famoso tirannosauro. La coraggiosa scelta di differenziarsi da un capolavoro non premia, e niente di ciò che si vede sullo schermo appare realistico. La trama, in compenso, offre il fianco a diversi sviluppi tra la giungla da esplorare e il gruppo di ribelli, i Sixers, da tenere sotto controllo, mordenti in odore di Lost il cui sapore non si palesa affatto nei novanta minuti di pilot in cui si fa a malapena la conoscenza degli Shannon e dei loro tre problematici figli con Jason O’Mara, decisamente in parte, nei panni di un padre di famiglia eroico e impulsivo.

L’atmosfera non sembra volersi sbilanciare. La nebbia avvolge la tematica centrale della serie che lascia la critica ecologista come rumore di fondo, tenta la via della scoperta delle bellezze della natura sempre associata a momenti di serenità familiare, mette in campo dinamiche interpersonali ancora piuttosto incerte e spera che suspance e azione tengano desto l’interesse del pubblico mentre il plot cerca la sua strada maestra al momento dispersa nella giungla.  Ma la vegetazione è fitta: da un momento all’altro potrebbe spuntare la svolta definitiva


In Italia il viaggio nel tempo è previsto per il 4 ottobre alle 21.00 su Fox