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Detroit 1-8-7

Michael Imperioli torna in tv, e questa volta passa al fronte della giustizia con il ruolo di un detective esperto ma tormentato che ripulisce le strade insanguinate di Detroit in uno show asciutto e realistico. Per gli orfani di NYPD Blue e Homicide.

Detroit 1-8-7

02.03.2011 - Autore: Ludovica Sanfelice
Detroit, Michigan: la leggendaria Motown e le fabbriche della Ford nel suo passato, e un presente di violenza urbana che ha deturpato la città fino a trasformarla in un tremendo campionario di cronaca nera. Pattugliare queste strade è compito dei detective della Omicidi, ed è sotto la loro scorta che lo spettatore imparerà a conoscere la Detroit di oggi. Niente eroismi e poliziotti glamour, nessun elegante skyline da pubblicizzare, neanche l’ombra di un Horatio Cane (C.S.I. Miami n.d.r.) all’orizzonte. Qui lo stile è asciutto, spigoloso come i tratti di Michael Imperioli (lo Spider di Quei Bravi Ragazzi, il Christopher Moltisanti dei Soprano), secco e infallibile come l’eccezionale fiuto del suo detective Fitch. Un occhio documentario lo segue dal giorno in cui gli viene affibbiato un nuovo partner, Damon Washington (Jon Michael Hill), un novellino maldestro e chiacchierone che lui insolentisce per telefono anche quando se ne stanno seduti alla scrivania uno di fronte all’altro. Fitch è così, “nessuno lo capisce ma ottiene risultati”, sentenzia la bella e abile collega Sanchez (Natalie Martinez) quando Washington, sconsolato, le confida il suo disagio. L’inclinazione di Fitch alla solitudine più corazzata si scioglie però in una comunicatività disinvolta e disarmante di fronte ai criminali, e i suoi modi scorbutici vacillano proprio quando nei dintorni appare la Sanchez, per cui evidentemente il detective ha un debole e che, abboccando a certi ami seminati nei primi due episodi, lo trascinerà probabilmente in un triangolo amoroso che ha come terzo vertice il detective Stone, Mr. Febbraio…

Questi inserti fiction, di per sè non molto originali, hanno il merito di fondersi in modo equilibrato con una regia parzialmente impostata sullo stile del mockumentary. Inizialmente la serie era stata concepita come un docu-reality in cui gli attori rilasciavano anche interviste a commento dell’azione, ma gli autori hanno poi dovuto correggere il tiro verso una narrazione più tradizionale per ovviare a numerosi problemi pratici. L’impiego della macchina a mano tuttavia è stato mantenuto e suggerisce un’atmosfera da presa diretta molto prossima alla realtà e al caos urbani. E a Detroit è di fatto riservato lo spazio di un personaggio principale grazie alla frequenza di scene girate in strada e attraverso una colonna sonora che penetra sotto la pelle della storia cittadina andando a pescare nei cataloghi della Motown.

Lo show si colloca così sulla scia di Homicide che batteva le strade dell’altra grande metropoli criminale americana, Baltimora, e dello storico NYPD Blue e arriva a ritemprare una divisione del procedural che negli ultimi anni era stata trascurata.

Tutte ottime ragioni perché i cop-addicted si sintonizzino su Fox Crime, dove Detroit 1-8-7 andrà in onda in prima visione assoluta ogni venerdì alle 21:55 a cominciare dal 4 marzo.

Il promo americano della serie: