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Denzel Washington, l'impegno ed il successo

Con cinque nomination ottenute, e due statuette vinte, Washington è fino ad oggi l'attore afroamericano più premiato nella storia del cinema americano.

John Q.

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Se gli ultimi due film interpretati da Denzel Washington, "Training Day" (id., 2001) e "John Q." (id., 2002), si sono rivelati due inaspettati successi commerciali, il merito è dovuto principalmente alla sua presenza come protagonista; ormai nell'Olimpo della star del firmamento hollywoodiano un posto di sicuro onore è stato riservato a questo fascinoso, magnetico attore di colore. Ed anche la stessa industria del cinema ha finalmente deciso di rendergli merito: dopo un primo Oscar come miglior attore non protagonista, ottenuto nel 1990 con "Glory Uomini di Gloria" (Glory, 1989), Washington proprio quest'anno è riuscito a vincere il premio più prestigioso per la sua interpretazione in "Training Day", sbaragliando la concorrenza di star acclamate come Russell Crowe. Con cinque nomination ottenute, e due statuette vinte, Washington è fino ad oggi l'attore afroamericano più premiato nella storia del cinema americano, e questo soprattutto perché grazie alla sua grande professionalità, sommata alle sue indubbie doti d'attore, lo ha portato a non disdegnare ruoli in pellicole più facilmente classificabili come "di intrattenimento" pensiamo ad esempio al recente "Il Sapore della Vittoria" (Remember the Titans, 2000), a cui ha sempre però affiancato opere di maggior spessore sia artistico che di impegno. Già il fatto che il regista più scomodo e aggressivo della nuova generazione di cineasti americani, Spike Lee, lo abbia voluto come protagonista di ben tre dei suoi migliori film, testimonia certamente come Washington sia un professionista non piegato alle pure esigenze dell'establishment hollywoodiano, ma capace di accettare ruoli e situazioni produttive che spesso si rivolgono proprio contro la politica della Major. "Mo' Better Blues" (id., 1990), "Malcolm X" (id., 1992) ed "He Got Game" (id., 1998), le tre opere che ha girato con Spike, sono lavori diversissimi tra loro, ma accomunati da un forte senso civile ed uno spiccato impegno politico, a partire dalla coraggiosa cine-biografia del leader nero, interpretazione per la quale l'attore ricevette la sua prima nomination come miglior attore protagonista. Ma anche senza dover recitare sotto l'egida dell'autore di "Fa' la Cosa Giusta" (Do the Right Thing, 1989), Denzel Washington ha dimostrato sempre e comunque di essere schierato in favore di un cinema che legasse impatto emotivo a tematiche sociali più serie riguardanti soprattutto la condizione nera nella società odierna; già il suo primo ruolo importante in "Grido di Libertà" (Cry Freedom, 1987), quello di Stephen Biko, il leader politico assassinato in Sud Africa ai tempi dell'Apartheid, lascia facilmente trasparire l'impegno dell'attore. In questo senso, altri suoi film come "Hurricane" (id., 1999) o "Philadelphia" (id., 1993) possono essere citati come esemplari. Eppure, conscio di essere comunque un professionista legato ad un'industria, l'attore non ha mai neppure disdegnato ruoli meno impegnativi in lungometraggi più "commerciali", dimostrando che successo ed impegno non sono due concetti tra tra loro inconciliabili.