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Dal fumetto al film - 2° parte
Dal fumetto al film - 2° parte

21.12.2001 - Autore: Francesco Pisaniello
Com\'è il dottor Gall?
E.C.: E un personaggio importante, forse ingiustamente criticato. E\' stato il primo a scrivere un articolo scientifico sullanoressia nervosa, studiandola e dandogli appunto quel nome. Gall è stato un grande personaggio ed ora, guardando indietro, mi sento un po bastardo per come lo ho reso. Gli autori del film hanno cercato in tutti i modi un filo conduttore che unisse la moltitudine di personaggi storici presenti nel fumetto. Tutti i personaggi rendono perfettamente tutto lo splendore e le bassezze di quel periodo storico. La morale che si estrapola dal film è però molto attuale. Il fine di Alan Moore è quello di rappresentare una sorta di apocalisse del secolo ventesimo.
Ci sono stati problemi nel trasformare From Hell da fumetto a film?
E.C.: La vera sfida è stata quella di dare vita e verosimiglianza alla scenografia di Moore. I problemi nascevano dai cambiamenti subiti dalla città di Londra dal tempo della Seconda Guerra Mondiale. La maggior parte delle ricostruzioni sono state basate su foto depoca. Gli autori hanno scelto Praga perché la città mantiene quasi inalterato quellaspetto gotico e cupo tipico del diciannovesimo secolo.
Sul film è presente la magia di From Hell?
E.C.: In piccola parte: sarebbe stato decisamente complicato realizzarla sul grande schermo. Ci sono alcuni personaggi che fanno da comparse, come ad esempio luomo elefante, ma senza tutta quella componente magica che possiedono invece nel libro, dove luomo elefante è unincarnazione di Ganesha, il dio asiatico.
Come si trova con Moore?
E.C.: Abbastanza bene, anche se non mancano le scaramucce. La tecnica di Moore è unica e precisa. Di solito, quando un autore vuole che sulla tavola ci sia la pioggia scrive Sta piovendo, mentre Moore scrive La pioggia sembra battere sui vetri e trasmettere in codice morse il testo di un romanzo russo. Alan è la cosa più vicina al genio che io conosca. Ora è al lavoro su Top Strong, un\'opera in cui intende riversare le sue stravaganti e folli idee sulla scienza.
Qual è il rapporto tra Alan Moore e la magia?
E.C.: Questa sua mania deriva in parte da From Hell, gli ha messo la pulce nellorecchio. Moore si è poi interessato personalmente alla cosa e si è autoproclamato mago al suo quarantesimo anno detà. E una cosa che lui prende molto seriamente. Ha eletto addirittura una sua divinità, il serpente, che compare su alcune copertine. In realtà si tratta di una finta divinità usata in Gran Bretagna negli spettacoli di marionette per adulti. Ha laspetto di un rettile con una lunga parrucca bionda. Certo, suona un po ridicolo, ma è tutto voluto perché Moore non vuole sorprese. Preferisce sapere che il suo dio non è altro che un pupazzetto di stoffa usato negli spettacoli. Questo interessamento alla magia ha fatto sì che anche le sue storie subissero una sorta di rinascita concettuale. Ha scoperto nuovi personaggi, nuove trame e nuove idee, visti in un ottica completamente diversa da quella che lui avrebbe usato prima dellavvento della magia.
Cosè stato più difficile nel narrare la storia di Jack lo Squartatore?
E.C.: Soprattutto il crescendo della tensione man mano che gli omicidi si accavallano. Abbiamo deciso di inscenare lultimo delitto con la stessa piatta atmosfera nella quale i poliziotti si sono visti catapultati quando hanno scoperto il corpo della prostituta dilaniato e smembrato in tanti pezzi, alcuni dei quali bruciati nel camino. Il fumetto cerca di ricreare quel tono di sgomento e incredulità che è scaturito in quellepisodio, realmente accaduto, ma la cosa più difficile credo sia stato alternare le emozioni pagina dopo pagina.