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Crash - la serie

Su Cult, in prima tv, la nuova serie tratta dall'omonimo film di Paul Haggis

Crash

19.05.2009 - Autore: Francesco Vendola
Tutte le volte che Cult lancia una serie è bene dare un’occhiata. L’ultima in ordine di tempo è partita martedì scorso e si intitola “Crash”, proprio come il bel film del 2006 vincitore di tre premi oscar (miglior film, migliore sceneggiatura originale, miglior montaggio), dal quale la serie non ha preso solo il titolo ma anche l’ambientazione, i temi e soprattutto l’ideatore. Scopriamo così che proprio Paul Haggis inizialmente concepì l’idea “Crash” come una serie tv e che solo per caso quell’idea divenne un film. Ora, dopo quasi cinque anni, diversi premi vinti in tutto il mondo e sceneggiature del calibro di “Million Dollar Baby”, Haggis ci riprova e mette in scena il suo “Crash” a puntate.

Nuovi personaggi, nuove storie ma stessa città per questa nuova scommessa voluta fortemente anche da Starzmedia (il canale via cavo che cerca di sfidare la HBO). Lo sfondo, infatti, è ancora quella Los Angeles post 11 settembre ferita, nevrotica e soprattutto multietnica, dove la paura del diverso e la solitudine, enfatizzate dalla vita della grande metropoli, sono un terreno fertile per tutti quei comportamenti intolleranti e spesso paranoici che ci vengono mostrati.

Le differenza razziali e il modo in cui la gente le percepisce restano, dunque, temi importanti del lavoro di Haggis, ma sono in realtà secondari e funzionali alla teoria che si vuole in qualche modo dimostrare. Ovvero quella secondo cui nel mondo nulla accade per caso e anche i più piccoli e insignificanti avvenimenti possono cambiare il corso della vita, lasciandoci intendere in qualche modo che siamo tutti parte di un disegno comune.

Sarà proprio questo ciò a cui andranno incontro i nostri personaggi: eventi fortuiti apparentemente slegati tra loro che si riveleranno essere tutt’altro che separati.

E così la vita di Ben Cendars (Dennis Hopper), discografico arrogante e alquanto instabile si scontrerà con quella del suo nuovo autista Anthony Adams (Jocko Sims).

Entrambi poi finiranno per scontrarsi con Kenny Battaglia (Ross McCall), poliziotto di origini italiane affiancato dalla collega aspirante attrice Bebe Arcel (Arlene Tur), che a loro volta incontreranno sul loro cammino tutti gli altri personaggi come l’immobiliarista Peter Emory (D.B. Sweeney), il paramedico Eddie Choi (Brian Tee), il detective Axel Finet (Nick Tarabay) e altri ancora, in un intreccio a spirale a volte quasi irreale.

Il tutto è condito, come detto, dalla stessa esaltazione della violenza e delle differenze razziali che fecero la fortuna del film, ma che questa volta non hanno inciso alla stessa maniera.

Segnaliamo, infatti, una certa freddezza della critica su questo show, dovuta forse proprio a quei temi razziali sui quali gli americani sembra abbiano fatto passi da gigante dopo l’investitura del presidente Obama; e per capovolgere il verdetto critico, non bastano certo quelle scene di speranza comunque presenti che arricchiscono la serie.

Ma nonostante le critiche “Crash” arriva in Italia sull’onda di quell’omonimo film che ne ha fatto la fortuna. A questo dobbiamo aggiungere una seconda stagione già in produzione e la lungimiranza di Cult, un canale che non ci ha quasi mai delusi nella scelta degli show.

Per questo ogni martedì alle 21.00 e alle 22.00, su Cult (Canale 131 di Sky), scontratevi con “Crash”.

 

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