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Cinefili si nasce: Enzo Sallustro
Enzo Sallustro, consulente editoriale di RaiSat Cinema, commenta i primi due anni di attività del canale.

12.04.2007 - Autore: Luigi Massi
Enzo Sallustro, esperto di cinema, lavora da sempre in Rai. Nella Raitre di Angelo Guglielmi si è occupato per lungo tempo di programmazione cinematografica, curando molte rassegne e cicli cinematografici, tra cui ricordiamo quella sul western e sul cinema di John Ford, la retrospettiva dedicata a Ernst Lubitsch, il ciclo Svegliarsi a mezzanotte sul cinema horror. Lavora inoltre per i Festival cinematografici (sua una rassegna sul Cinema Novo brasiliano al Torino Film Festival) e collabora con diverse riviste specializzate. Negli ultimi anni si è dedicato alla programmazione cinematografica nei canali satellitari tematici: dapprima nel 1997 a RaiSat Uno, canale di spettacoli e cultura, poi dal 1999 a RaiSat Cinema, dove è attualmente consulente editoriale.
Enzo Sallustro, consulente editoriale di RaiSat Cinema, commenta i primi due anni di attività del canale. E racconta cosa ci riserva il futuro, oltre alla 58^ edizione del Festival di Venezia.
RaiSat Cinema: un bilancio a due anni dalla partenza...
E.S.:Direi che è un bilancio positivo, dovuto allimpostazione che abbiamo dato alla programmazione: cercare un punto di equilibrio tra informazione tecnica e di servizio, tra attualità cinematografica e notizie da una parte, approfondimenti e interpretazioni critiche dallaltra. Ci teniamo ad assumere un ruolo di guida per il telespettatore, un ruolo non pedagogico, ma che esprima il nostro punto di vista e fornisca una o più chiavi di lettura della realtà, attraverso il racconto cinematografico. Oltre a soddisfare il gusto dei telespettatori, cerchiamo di stimolarlo: è una cosa abbastanza singolare nel panorama dei canali tematici satellitari.
Quali saranno le novità editoriali della prossima stagione?
E.S.:Prima vorrei aggiungere che il nostro bilancio editoriale è soddisfacente, perché ha seguito due filoni: da un lato, dare visibilità a quei film contemporanei soprattutto francesi, tedeschi e dei Paesi Scandinavi che non hanno opportunità di approdare alla sala cinematografica, ma che non sono necessariamente minori; dallaltro la riproposta di quel cinema classico per esempio, Buster Keaton che la tv generalista non può o non vuole più offrire. Insomma, se ad ottobre stravolgessimo la nostra programmazione, sarebbe un errore. Le novità saranno nel segno della continuità...
Che cosa vedremo in concreto?
E.S.:Nel mese di ottobre, una rassegna in onda ogni domenica con due film a puntata, dedicata al rapporto tra la guerra fredda e il cinema: quel particolare periodo raccontato attraverso il cinema di fantascienza americano, anche di serie b, e i film giapponesi della serie Godzilla degli anni 50. Abbiamo poi in cantiere un ciclo dedicato al cinema dei dittatori: Mussolini, Hitler, Stalin e i rispettivi regimi, visti sotto la lente dellimmagine cinematografica. Unindagine più storica che cinematografica è la serie dedicata alla storia di Roma, dallantichità ad oggi, attraverso brani di film, raccontata con capacità affabulatorie da un conduttore colto, di alto livello, che al momento stiamo ancora cercando. E infine faremo Quattro passi fra le nuvole, citazione dal film di Blasetti per una storia del Cristianesimo in otto puntate di mezzora ciascuna.
Guardando indietro, cosa lascerebbe così comè?
E.S.:Innanzitutto il nostro spirito nel fare questo mestiere che non si inventa e impone di fare scelte che si basano sulle competenze e le conoscenze, anche se ovviamente esistono vincoli di budget, di mercato. Ma ci vuole sempre lintuito: noi abbiamo creduto per primi in Tom Tykwer con Deadly Maria, anni prima di Lola corre, nel Todd Haynes di Poison, molto prima che facesse Velvet Goldmine, e in altri. Se ripenso a questi due anni, mi viene in mente che abbiano costruito una biblioteca non di storia del cinema, ma di storie del cinema. Cè una sottile e fondamentale differenza.