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Californication

Dal 6 marzo, su Jimmy, "Californication", serie di punta del network Showtime che ha scatenato forti proteste per il soggetto non proprio ortodosso. Protagonista il Fox Mulder di "X Files"

Californication

17.04.2008 - Autore: Ludovica Sanfelice
Hank Moody è un nome bello e triste, perfetto per uno scrittore newyorkese in crisi creativa ed esistenziale che ha dovuto trasferirsi a Los Angeles per seguire con impotenza la grottesca riduzione del suo capolavoro nichilista, “Dio ci odia tutti”, ad una nauseante commedia romantica dal titolo “Crazy little thing called love” interpretata da Tom Cruise e Katie Holmes.

Allo strazio del talento incompreso si sommano la complicata gestione del rapporto con la ex compagna Karen (Natascha McElhone; The Truman Show), di cui Hank è ancora innamorato, e le responsabilità nei confronti di una figlia adolescente che coltiva una prevedibile passione per la musica dark.

Il profondo disprezzo che Moody nutre per il vuoto culturale che lo circonda lo porta a condurre un’esistenza disordinata e autodistruttiva che si esprime attraverso un blog e traduce rabbia e frustrazioni in una dissoluzione sentimentale fatta di sesso compulsivo.

Solo nell’episodio pilota lo scrittore sogna di avere rapporti con una suora e, come se non bastasse, va a letto con Mia, sexy lolita minorenne precoce e disinibita, per poi scoprire che si tratta della figlia dell’attuale compagno di Karen. Questa audace premessa ha attirato le furie dei conservatori che hanno invitato il pubblico a boicottarne la visione con risultati davvero poco incisivi.

La diffusione delle trasmissioni via cavo ha ridotto le frontiere del rappresentabile e alcuni network hanno scelto come linea editoriale una sperimentazione sempre più insofferente ai tabù. Showtime è uno di questi e “Californication”, sulla scia di “Weeds” e “Dexter”, è l’ultima di una serie di provocazioni e personaggi border line che hanno ottenuto l’approvazione degli spettatori e della critica. La scrittura robusta e i grandi investimenti nel settore incontrano poi sempre più spesso l’adesione entusiasta di artisti già affermati che garantiscono ulteriore visibilità al prodotto.

Nel caso di “Californication” la scelta di assegnare il ruolo principale a David Duchovny assume un ulteriore significato. Calandosi nei panni licenziosi di questo personaggio l’attore sfida infatti tutti coloro che lo identificano con il Fox Mulder di “X Files”: l’uomo che aveva tenuto il pubblico in sospenso per 10 stagioni grazie alla tensione sessuale irrisolta con la collega Scully. La disinvoltura con cui il Duchovny-Moody amministra la propria vita sessuale, oltre a scuotere i benpensanti, assesta quindi un bel colpo all’immaginario collettivo.

La prima stagione di “Californication”, composta da dodici episodi, andrà in onda prossimamente su Italia Uno e su Jimmy.

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