Il presidente americano Barack Obama, nel corso dello scorso
anno, aveva esortato al confronto tra rappresentanti delle differenti posizioni
in tema di aborto, a trentasette anni di distanza dalla possibilità di scelta
fornita alle donne dalla Suprema Corte degli Stati Uniti (per l’Italia la legge
194 arrivò nel 1978).
Un nuovo (pseudo) reality show interattivo incentrato
proprio sul tema dell’interruzione di gravidanza, che ha preso il via il 29
gennaio direttamente via Web, ha preso la palla al balzo e si è proposto come
un contenitore nel quale far confluire l’esperienza dei visitatori/spettatori,
che possono interagire con gli altri utenti e con la produzione stessa dello
show, raccontando le loro storie personali e manifestando le proprie opinioni
in materia, tanto che la stessa prosecuzione dello show, e il suo finale,
terranno conto dei commenti lasciati sul sito.
Lo show si chiama “BUMP+” ed è subito finito nell’occhio del ciclone
delle polemiche, vista la delicatezza e le implicazioni collegate all’argomento
trattato.
In “BUMP+” – una produzione Yellow Line Studio, con Dominic Iocco in
veste di produttore esecutivo – vengono raccontate, in episodi intrisi di un
certo realismo, le storie (fittizie) di tre donne alle prese con una gravidanza
indesiderata: Katie Donahue (Tina
Schlapprizzi), che è rimasta incinta dopo che il marito militare è
partito in missione, Hailey Kirsch
(Lyndsey Doolen), che è l’incarnazione di una donna in cerca di fama e
affermazione, e Denise Jensen (Isabelle Giroux), che è uno spirito libero, già
madre di due bimbi e (per non farsi mancare nulla) vittima di violenze
domestiche.
Nessuna di loro, né
tanto meno il dottor Patterson (Andray Johnson) che le ha in cura, può
immaginare quale sarà l’esito del loro percorso. Né chi delle tre interromperà
la sua gravidanza.
Le polemiche si sono
concentrate, com’era prevedibile, sull’opportunità stessa di affrontare in
questa sede e con questa forma un dibattito tanto spinoso - anche se a dire il
vero la cosa sembra perfettamente in linea con la tendenza delineatasi dopo
l’esplosione dei social network e del cosiddetto Internet 2.0 - ma non hanno
risparmiato nemmeno le scelte della produzione, che ha pensato a tre ragazze
bianche come protagoniste quando le percentuali statistiche vedono invece
cinque aborti di ragazze nere per ognuno di una ragazza bianca.
Il produttore Dominic
Iocco ha tenuto a precisare, in un’intervista al Washington Post, che i
commenti sul sito del programma (bumptheshow.com) sono attentamente moderati,
per evitare che la conversazione possa scadere in termini non accettabili, ma
non è riuscito a sottrarsi al fuoco dei detrattori, pur vedendo al contempo
assicurata un’enorme visibilità al programma.
Mai come in questo
periodo storico la televisione e i media in generale, sempre più interconnessi
fra loro e con Internet in testa, sembrano quindi essere diventati il teatro
nel quale tentare di aggiornare al presente la discussione su temi importanti,
che in altre epoche avevano coinvolto l’opinione pubblica in tutt’altra
maniera.
Basta guardarsi
intorno (la recentissima fiction di Rai Uno sulla figura di Basaglia ne è un
esempio, ma anche la discussione intorno alla canzone di Povia al prossimo
Festival di Sanremo), per rendersi conto di quanti “prodotti” tentino di
stimolare il pubblico nei confronti di argomenti scottanti o moralmente e
politicamente impegnativi.
Tenendo sempre bene a mente la differenza tra la
realtà e la finzione, e sapendo sfruttare con intelligenza gli spunti che
provengono dalle molteplici esperienze altrui (che in questo caso particolare
vengono testimoniate dai commenti a margine di ogni episodio), non è detto che
anche tentativi certamente estremi, come questo proposto da “BUMP+”, non possano davvero produrre l’effetto di:
“aprire un dibattito nazionale sul tema della gravidanza e sulle conseguenze
che possono derivare dalla scelta di abortire o meno”, come immaginato da Iocco
nella fase di creazione.
A patto naturalmente che non ci si abbandoni alla
spettacolarizzazione, e si affronti l’argomento con le dovute
competenze.


NOTIZIE
BUMP The Show
È un nuovo (pseudo) reality show interattivo che ha preso il via sul Web e ha suscitato l'attenzione dei media trattando il tema dell'aborto e coinvolgendo il pubblico nel dibattito.

09.02.2010 - Autore: Francesco Benincasa