Prima di avventurarci nel gran carrozzone festivaliero dove solitamente il kitsch trabocca ovunque e la buona musica scarseggia, facciamo un passo indietro e con un flash back ripercorriamo per un attimo la dolorosa edizione 2004. Un flop di tutto rispetto, un fuggi fuggi generale dell’audience, una vera emorragia di aficionados. E pensare che tanto si era puntato sulla verve della Ventura, le luci sfavillanti stile Las Vegas, il palcoscenico multimilionario ed il suggello della “guest star” Adriano “acchiappa-ascolto” Celentano” , voluto ed implorato da un Tony Renis sempre più in affanno. Per non parlare del parterre musicale più vicino in qualità ad una sagra di paese che ad un Festival della canzone italiana.
Ma un anno è già volato via e a prendere il posto della brava Simona, è il conduttore più in voga del momento. Colui che dal nulla mediatico, rappresentato da tanti scatoloni di carta con sorpresa, riesce a sbancare l’audience.
Ma veniamo alla prima serata. La vigilia scorre con un’insolita tranquillità, tanto da farci avvertire uno strano senso di vuoto. Dove sono tutti quegli scandali veri o presunti che tanto riempivano le pagine dei giornali nelle scorse edizioni? Sarà la quiete prima della tempesta. Per ora gli unici sussulti giornalistici li hanno offerti le cantanti Paola e Chiara, colpevoli di aver violato una sacrosanta legge di Sanremo che vieta ogni forma di diffusione delle canzoni in gara prima della performance sul palco. Ma lo scandalo si è subito sgonfiato poiché in tempi di file sharing e di villaggio globale non si può non chiudere un occhio su involontarie fughe di note apparse sulla rete.
Colpisce la scenografia rivoluzionaria: con una geniale trovata il pubblico entra nella scena, circonda gli artisti in gara e si inserisce nell’impalcatura tecnologica tra i vari schermi. È l’orchestra a scendere in platea, un capovolgimento che rende molto meno asettico e più familiare e caloroso uno dei più temuti palcoscenici d’Italia.
Non possiamo astenerci da un commento sulle vallette, sulle quali s’incentra ogni anno l’attenzione ossessiva dei mass media ben prima dell’inizio della kermesse, in quello che si chiama “toto-vallette”. Per non far crescere in noi un senso di smarrimento hanno ben pensato di scegliere le due fanciulle in maniera tale da rispettare il canone dell’alternanza, il classico duopolio sanremese, la sfida infinita tra “la bionda” e “la mora”. La bionda in questione è la nota Antonella Clerici, non certo una novellina della prima serata. Donna sveglia e furbetta, gioca molto sul fingersi una fatina imbalsamata ed impacciata in un abito esageratamente voluminoso. Ma le note dolenti arrivano con Federica Felini, giovanissima e sconosciuta ragazza. Vedendola è spontaneo chiedersi quali meriti le abbiano spalancato le porte dell’Ariston, ma lo capiremo forse nelle prossime puntate. Per ora si rimane allibiti da un accento ed una presenza scenica che ci fa rimpiangere le tanto criticate vallette straniere.
Onore e merito a Paolo Bonolis: per aver portato in prima serata, nel bel mezzo di una delle più seguite trasmissioni delle televisione italiana, la tragedia del Darfur, una catastrofe umanitaria di immense proporzioni in atto da troppo tempo ma ingiustamente sottovalutata e mai giunta –almeno fino a ieri sera- in maniera così decisa e forte nelle nostre case.
Un resoconto dolce-amaro dunque per la prima serata. Il ritmo è incalzante, le canzoni mediamente buone, le vallette e Bonolis fanno il loro dovere. Ma l’appello per la liberazione di Giuliana Sgrena, le foto strazianti sulla fame, la diretta dal Darfur e per ultimo il triste annuncio in diretta della morte di Alberto Castagna, che ci abbandona all’improvviso dopo che sembrava aver avuto la meglio nella sua lotta contro la morte, fanno concludere la serata con l’amaro in bocca.


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Bonolis sbanca audience
E' iniziata l'edizione 2005 del carrazzone mediatico per eccellenza. A trascinarlo uno scoppiettante Paolo Bonolis.

02.03.2005 - Autore: Giulio Mantovani