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Benzina
La leggerezza con cui è raccontata la nascita di un amore 'diverso', cresciuto in un'anonima stazione di servizio, è forse il carattere più forte e indimenticabile di un film che descrive in realtà una tragedia.
12.04.2007 - Autore: Matteo Nucci
Verso la metà del film, mentre a bordo di una vecchia automobile corre il sogno della fuga, Lenni (Regina Orioli) chiede a Stella (Maya Sansa) di raccontarle, ancora una volta, il giorno in cui sincontrarono. La notte che domina il film lascia spazio al ricordo di una giornata di sole, in cui Lenni, accaldata, arriva alla pompa di benzina spingendo il suo boxer. Ingenua, timida, un po agitata, legge su un cartello che si cerca una ragazza disponibile a lavorare al bar. Maya è china sotto al motorino, la candela in mano, e quando Lenni le chiede ma è buono il padrone? la sua espressione ruvida si apre in un sorriso. È lei il padrone, infatti. E lattrazione è immediata.
La leggerezza con cui è raccontata la nascita di un amore diverso, cresciuto in unanonima stazione di servizio, è forse il carattere più forte e indimenticabile di un film che descrive in realtà una tragedia. Tratto dal romanzo di E. Stancanelli, Benzina è la storia di una ventina di ore in cui le due giovani cercano un modo per liberarsi del corpo della madre di Lenni. Uccisa accidentalmente da Stella, mentre cercava di portare via con sé la figlia, la donna dalle gambe sempre belle (M. Valentini) come ripete quasi in un delirio Lenni continua a parlare, voce fuori campo, alla bambina che lei non ha mai capito, finalmente cresciuta con la sua storia damore. Inquadrature dallalto ritraggono la tortura di Lenni che lascolta ora, morta, più che mai materna. Lintromissione di due giovani violenti, seguiti da una ragazza che è loggetto del piacere di entrambi, segna inesorabilmente le tappe della fuga fino allepilogo.
Luoghi non identificabili, in una notte livida, in cui scintillano lamiere e sguardi, accompagnano una storia chiusa sulla personalità delle due ragazze forte e razionale luna, fragile e confusa laltra, in effetti entrambe prese dalla tenerezza del proprio desiderio, dipinto senza eccessi in scene damore mai morbose. Nulla riesce veramente a intaccare il loro rapporto e quello che è il segno più particolare del film nessun giudizio sulla loro omosessualità viene mai espresso. Non dalla madre (preoccupata dalla vita misera più che dallamica di Lenni), non dai tre beceri (più confusi di chiunque, quanto a relazioni sessuali), non dal sacerdote che incontrano (appena tornato dal matrimonio di una sua vecchia fiamma). Nessun cedimento a futili questioni sociologico-morali. Solo la storia di un amore normalissimo.
Opera prima di Monica Lisa Stambrini, ben montato da P. Freddi, Benzina evoca a tratti i deliri onirici di David Lynch richiamati anche da una colonna fatta di suoni laceranti alla Badalamenti. Ma è nella sua particolarità tutta europea che riesce a toccare lo spettatore. Nei toni pacati anche quando si grida. Anche quando, durante un rave, le due ragazze si riconciliano in un bagno. Nella delicatezza e nella sensibilità che continuano ad accompagnare le due brave attrici protagoniste fino allesplosione finale.