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Anplagghed al cinema

A metà strada tra cinema e teatro, "Anplagghed" fa sorridere per le debolezze e le cattiverie dei suoi personaggi 'metropolitani'. In occasione dell'anteprima romana del film abbiamo incontrato il trio comico più famoso d'Italia

Anplagghed al cinema

12.04.2007 - Autore: Stefania Seghetti
     
Giovanni –
Innanzitutto per soddisfare la grande richiesta del pubblico rispetto al nostro spettacolo. L’affluenza è stata tale che per accontentare tutti avremmo potuto fare delle repliche della tournee e girare l’Italia per un anno intero, oppure scegliere questo esperimento di teatro sul grande schermo. E poi, in questo modo avremo anche il tempo per dedicarci nel futuro alla scrittura di un altro film per il cinema.
 
Giovanni -
Senza dubbio l’operazione in sé è rischiosa. È chiaro che “Anplagghed” è prima di tutto uno spettacolo teatrale, poi ripreso e riproposto al cinema. Non vogliamo che ci siano equivoci su questo e siamo molto curiosi di vedere quale sarà la reazione. Non scordiamoci comunque che il motivo principale di questo esperimento è stato proprio quello di soddisfare la richiesta del pubblico che ha letteralmente affollato i palazzetti in cui ci siamo esibiti.      

Come nasce l’idea di raccontare la vita di una ‘metropoli’?
Aldo - Gli spunti dei nostri spettacoli vengono sempre dalla quotidianità di personaggi cittadini, anche se ovviamente in tutti c’è una vena surreale.
Giovanni -
In fondo noi abbiamo sempre lavorato su dei caratteri che sono vicini al nostro mondo metropolitano e così è venuto fuori questo racconto che parla  di una città piena di esseri insopportabili, individualisti e cattivelli.  
“Anplagghed”,
perché questo titolo?