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Agent X, la spy-story TV con Sharon Stone: “Così brutta da essere esilarante”

La critica USA seppellisce la nuova serie action della TNT, un mix malriuscito tra Il mistero dei Templari e Jason Bourne

Agent X

04.11.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Sharon Stone potrebbe essersi appena scavata la fossa da sola, se dobbiamo credere alle recensioni di Agent X, la nuova serie trasmessa da TNT in cui l'ex star dei thriller erotici anni '90 tenta di riciclarsi in un thriller dagli spunti politici e paranoici, condito con grandi dosi di action. “Tra Il mistero dei Templari e Jason Bourne”, lo definisce un critico. Ma dei suoi punti di riferimento, Agent X sembra aver preso i tratti più blandi e stravisti.
 
Agent X vede la Stone nel ruolo di Natalie Maccabee, neo-eletto vice-presidente USA che, grazie a quello che fondamentalmente è il suo maggiordomo, Malcolm Millar (Gerald McRaney, piombato in questo show direttamente da House of Cards), viene a conoscenza del più grande segreto nella storia degli Stati Uniti: la “vera” Costituzione che, tenuta segreta al pubblico, contiene un articolo extra che concede al vice-presidente un potere imprevisto. Quello di invocare l'azione di un agente “di identità ignota” “allo scopo di aiutare la Repubblica in tempi di estremo pericolo”. In sostanza, la Maccabee si trova a fare da “M” a un James Bond autorizzato a operare al di sopra e al di fuori della legge pur di fermare i nemici del Paese. Con accanto a sé una specie di Alfred che guarda caso è anche un mago informatico.
 
La premessa è in effetti abbastanza sopra le righe di per sé, ed è una di quelle idee che, se gestite con giusto tono, potrebbe regalare grande divertimento. Ma, a quanto pare, TNT ha completamente sbagliato mira, realizzando un prodotto “voglio ma non posso”, che si prende sul serio e dunque risulta esilarante. “Bisogna ridere per non piangere”, afferma Tim Goodman di The Hollywood Reporter. “Agent X è una di quelle serie che non puoi credere sia in TV. La scrittura è terribile, le scene d'azione sono esilaranti tanto sono brutte e ha il sapore di una serie conservata in un magazzino dai primi anni '80 e solo ora trasmessa”. Goodman critica anche le “espressioni di incredulità palesemente finte” di Sharon Stone, gli accenti dei cattivi (“che passano dalla Russia al Bronx nella stessa scena”) e le “teatrali ed esilaranti scene d'azione”.
 
Ma se il verdetto di Goodman è “Così brutto da essere (quasi) bello”, meno clemente è Nick Allen di RogerEbert.com: “Agent X è essenzialmente un mix tra le teorie cospiratorie de Il mistero dei Templari e le agenzie segrete governative di Jason Bourne, vestito in uno smoking da James Bond di quinta classe”. La serie, creata dallo sceneggiatore di The Bourne Identity William Blake Herron, “è ricca di influenze ma estremamente banale nell'esecuzione”. “Non capisco se la serie stia tentando seriamente di scavare nell'immondizia dei tanti franchise che l'hanno preceduta, o se voglia solo diventare un passatempo patinato, specialmente visto che Spectre richiede che si guidi fino al cinema e i romanzi di Robert Ludlum sono lunghi centinaia di pagine”. Un verdetto duro e senza appello.
 
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