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Addio a Raimondo Vianello

L'impareggiabile signore dell'umorismo garbato, sottile ed elegante del grande varietà si è spento a Milano all'età di 88 anni.

Raimondo Vianello

15.04.2010 - Autore: Ludovica Sanfelice
Era stato ricoverato qualche giorno fa all’ospedale San Raffaele di Milano e qui si è spento alle 6:50 di questa mattina Raimondo Vianello. Accanto a lui l’amatissima Sandra, compagna di una vita e di una carriera, lunga lunga, che ha davvero fatto la storia del nostro spettacolo teatrale, cinematografico e soprattutto televisivo. E alla recitazione, chi lo direbbe, ci era arrivato per caso. La guerra era finita da poco ma fu scelto dalla rivista satirica “Cantachiaro” di Garinei e Giovannini per interpretare un soldato americano. Era il 1950, lui aveva 28 anni, i capelli biondi, un fisico asciutto, allampanato, leggermente curvo nelle spalle, decisamente british. Questa apparizione seppur modesta aprì le dighe ad un lavoro interminabile che trovò una perfetta cifra espressiva in coppia con Ugo Tognazzi, mattatore con lui dello show “Un, due, tre”. Nasceva così il varietà.

I loro sketch, che ancora oggi capita di vedere nei programmi nostalgia, con spirito discolo beffavano di traverso il potere e la cosa non passò certo inosservata. Quando, nel ’59, i due azzardarono la parodia del Presidente Gronchi e della sua scivolata durante un incontro con Charles De Gaulle, la scure della censura calò all’istante nella forma odiosa di una sospensione del programma.

Si chiuse un’epoca ma grazie ad un altro incontro se ne aprì subito un’altra. Raimondo aveva infatti da poco conosciuto Sandra Mondaini, attrice anche lei comica, e dopo averla sposata, si rilanciò in una seconda stagione di umorismo e sketch in coppia. Questa volta con la sua dolce metà.

Sono gli anni di “Studio Uno”, e poi, più tardi, di “Sai che ti dico?”, “Tante scuse”, e ancora dopo “Noi…no”. E ci stiamo limitando a parlare del suo lavoro sul piccolo schermo…

Con l’avvento delle tv private raccolte nel network del Biscione, Vianello, sulla scia di Mike Bongiorno è uno dei primi a partecipare all’impresa anche in qualità di conduttore (“Il gioco dei nove”), con le sit-com “Casa Vianello” e “Cascina Vianello”, e dal ’91 come padrone di casa del settimanale sportivo “Pressing”. La Rai lo ricontatta nel 1998 e gli affida il Festival di Sanremo, che lui da gran signore del palco conduce impeccabilmente e con un aplomb che diverte e conquista anche i giovani.

Passa il tempo, la tv è cambiata, urlata, imbarbarita eppure lui rimane caro al pubblico con l’arma sottile di un’ironia elegante, garbata, mai volgare ma sempre sorniona. Per tutta la vita gioca a correre dietro alle gonne, per tutta la vita resta però legato alla sua Sandra che oggi lo piange inconsolabile.

E' un giorno tristissimo e in realtà siamo tutti un po’ orfani, ma, ahinoi, di eredi all’orizzonte non c’è traccia.