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Abandon

Un thriller giocato sui colpi di scena, pochi ma buoni. Atmosfere cupe, volti espressivi, quasi vibranti.

Abandon

12.04.2007 - Autore: Tamara Salidu
Abandon – Misteriosi Omicidi regia di Stephen Gaghan con Katie Holmes, Benjamin Bratt   Catherine Burke, interpretata da Katie Holmes, è una studentessa di economia in un college prestigioso, alle prese con una tesi che non riesce a finire, con un colloquio di lavoro che potrebbe risolverle la vita e con un amore scomparso che non riesce a dimenticare. La sua vita si complica quando il detective Wade Handler arriva nella scuola e cerca di scoprire che fine ha fatto Embry Langan, ex fidanzato di Cathy. Embry è sparito due anni prima, apparentemente senza lasciare traccia.   L’intreccio si complica e allo stesso tempo si dipana: mentre si scopre chi era Embry e vengono fuori molte delle turbe di Cathy, il mistero su dove sia finito il giovane si infittisce e si tinge di lati oscuri, che si fanno ancora più tetri quando l’ex fidanzata crede di vederlo, o comunque di sentirlo. Il suo sguardo la segue, intimorendola e facendola finire inevitabilmente tra le braccia del detective, che, a stento, cerca di portare avanti le sue indagini.   Emergono così i ricordi di una ragazza abbandonata non solo dal fidanzato, ma anche dal padre quand’era una bambina. Una ragazza che le avversità hanno reso più forte, e che con la sua intelligenza e forza di volontà ha piegato un destino all’apparenza avverso.   Ma i sentimenti? Cathy crollerà proprio per quei sentimenti, che qualcuno le ha fatto provare per un po\' per poi strapparglieli via senza una ragione apparente. E lei, con la sua mente ”razionale” riuscirà a far quadrare tutto, nonostante le scomparse nella sua vita diventino ben tre: il padre, Embry e il povero detective...   Un film avvincente, giocato sui sottintesi, sul non detto, sull’intuizione. Tanto fanno le sensazioni, le percezioni visive, grazie alla splendida fotografia, l’abile montaggio e la scelta delle ambientazioni. Soprattutto i luoghi come il dormitorio o la biblioteca, in cui la tensione diventa palpabile e sembra quasi di percepire il senso di persecuzione che tormenta la protagonista.   E’ attraverso la sensazione della paura e la percezioni di essa che questo thriller prende corpo. Perchè tutto viene filtrato dalla mente di Cathy, e lo spettatore vede quello che lei vede, o meglio crede di vedere. Solo il cambio di prospettiva finale lascia intravedere la soluzione. Per chi ama gli intrecci psicologici e i lati oscuri che caratterizzano la mente dell’essere umano.