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Zac Efron e Seth Rogen, cattivi vicini

Arriva la nuova commedia del regista di “Non mi scaricare”, una guerra tra vicini di casa che diventa battaglia tra giovani e adulti

Cattivi vicini

11.05.2014 - Autore: Mattia Pasquini
Se volete fare un torto ai “Cattivi vicini” di Nicholas Stoller, paragonatelo a “Animal House” e a “I vicini di casa”. La tentazione è naturale, visto il tema e le dinamiche presentate, anche se in entrambi i film mancavano le gioie del matrimonio che qui legano la coppia Seth Rogen / Rose Byrne contro l'invasione dei giovani barbari guidati da Zac Efron. Ammesso che di gioie si possa parlare, visto che il prologo ci mostra una coppia particolarmente “media” e annoiata, lontana dall'essere complice e seducente, quasi la conferma del timore di tanti che il matrimonio sia la “tomba dell'amore”…

Quanti stereotipi, in cosi breve tempo. Ma questo è un leit motiv che ci accompagna durante l'intera visione del film, pronto a metterne in scena in abbondanza e di segno anche opposto, ma dimostrando di saperli maneggiare a proprio uso e consumo, e soprattutto a rileggerli senza restare schiavo di una tradizione tanto comune negli Usa quanto molto poco da noi, al punto da inevitabilmente apparire come imitazione o copia all'interno di un genere che abbiamo sempre osservato da troppo lontano.

E quanti pregiudizi, offerti in pasto al pubblico, che potrà decidere in base ai propri quali siano i “cattivi vicini” del titolo, se la confraternita o la coppia sposata… E' la classica vicenda che si presta a una scelta di campo, ma anche a qualche altro spunto intrigante. Tutto nasce al risveglio di Rogen e Byrne - splendidi per affinità e tempi comici - con la scoperta che accanto a loro ha aperto la sede di una confraternita universitaria.

Se non puoi sconfiggerli, unisciti a loro, si diceva una volta, ma se non funziona nemmeno una folle serata alla “Old School” è evidente che l'unica scelta rimasta volga all'annichilimento dell'avversario. Con ogni mezzo. Per la nostra gioia. La conseguenza sono una serie di gag con cespugli, air bag, stampi di cera e altre, che non vi consigliamo se siete minimamente sessuofobi...

Ma alle spalle di questa divertente patina ci sono momenti dedicati all'amicizia e ai rapporti in generale, alla difficoltà nel crearli e mantenerli, ai modi di affrontare le crisi che ne derivano, e le separazioni. E il sogno ideale di una fratellanza fuori dal tempo, lontana dalle responsabilità della vita adulta, a ogni costo, che rischia di infrangersi proprio contro la vita reale e la paura del futuro. La stessa che si può avere anche a quarant'anni, senza necessariamente rifugiarsi sull'Isola che Non c'è… Tra rifiuto, crescita e consapevolezza, si arriva a un epilogo inatteso: quasi un ultimo regalo dei nostri due eroi, anche se un po' amaro, per certi versi.
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