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John Turturro e Woody Allen, american gigolò per caso

Woody Allen si scatena nel nuovo film da regista di John Turturro, una commedia non troppo originale ma deliziosa

Gigolò per caso

02.05.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
Una premessa di certo non originale ma buffa e vincente – quella di un uomo economicamente al capolinea che si ricicla facendo il mestiere più vecchio del mondo – e un Woody Allen libero di recitare e divertirsi senza pensare a dirigere. A questo aggiungiamo immagini di donne bellissime, personaggi che vivono negli angoli più affascinanti di una New York filtrata da lenti autunnali a tonalità rossiccia, il tutto accompagnato da una colonna sonora quasi onnipresente che si affida al jazz più raffinato. Già con questi pochi elementi John Turturro si assicura il 60 o 70% del suo nuovo film da regista e interprete, “Gigolò per caso”. Se è vero che ormai non distinguiamo più Allen dai suoi personaggi, è anche vero che Turturro prova a caricare lo spirito del ruolo, trasformando Woody in un bibliotecario ebreo, padre di diversi figli avuti da una donna afro-americana. E successivamente in “protettore del gigolò”, una dimensione nella quale diventa istantaneamente icona.

Turturro confeziona un'opera furba e dolciastra, ma alla fine un film delizioso che arriva ai titoli di coda senza mai mollare la presa sullo spettatore. Forse non è il suo lavoro migliore da regista – in passato ha raccontato personaggi più interessanti in maniera coraggiosa – ma sicuramente è quello più rivolto al grande pubblico. È interessante notare come Turturro rivendichi il più possibile le sue origini italiane sia davanti che dietro la macchina da presa, riservandosi perfino qualche battuta nella nostra lingua e affidando ruoli chiave della troupe a professionisti italiani (la fotografia è di Marco Pontecorvo, il montaggio di Simona Paggi). Allo stesso tempo azzecca i toni comici sulla comunità ebraica di Brooklyn, dosandoli e alternandoli sui primi piani di Vanessa Paradis, il cui sguardo sarebbe in grado di stregare qualsiasi uomo.

Dove “Gigolò per caso” funziona meglio è nel rapporto di amicizia tra i due protagonisti: ci si ricorderà soprattutto dei loro duetti esilaranti giocati su battute rielaborate dallo stesso Allen (che ha contribuito non ufficialmente alla sceneggiatura). Battute che però sottolineano un forte legame tra due uomini che non si piegano mai davanti ai drammi della vita: la crisi economica per uno, la solitudine per l'altro. Il buon gusto di Turturro si prende cura del resto, a partire dalla scelta delle donne in scena: Sharon Stone è una meravigliosa cinquantenne e Sofia Vergara incarna la quintessenza dell'erotismo. Il regista rende credibile l'attrazione che queste donne provano per il suo personaggio, il cui successo è dovuto alle poche parole pronunciate che sottolineano una dimensione enigmatica, quella di un gentiluomo in grado di rimanere in silenzio davanti al grande mistero della mente femminile. Un uomo che ama guardare e ascoltare le donne e allo stesso tempo capace di essere un bravo amante.
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