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Foxcatcher: Un incredibile tris da Oscar

Grandi attori per una storia vera che ha conquistato il Festival di Cannes e promette battaglia

Foxcatcher

03.01.2015 - Autore: Mattia Pasquini
Mark Schultz, David Schultz e John du Pont sono personaggi reali, di una storia vera che nel 1996 colpì gli Stati Uniti per l'assurdità e la follia che oggi Bennett Miller ci presenta sul grande schermo: la storia di un ricco e squilibrato mecenate e dei due fratelli campioni di lotta vittime della sua follia. Mark Schultz, David Schultz e John du Pont sono Channing Tatum, Mark Ruffalo e Steve Carell, tre interpreti dai curriculum diversissimi e spesso differentemente considerati da pubblico e critica, ma che in “Foxcatcher” offrono una delle migliori prove della loro carriera e spingono il film verso un successo forse inatteso e - chissà - verso premi più importanti.

Il racconto è quello dell'assassinio del campione olimpico di Los Angeles 1984, David Schultz, da parte del miliardario John du Pont, soggetto inquietante e ossessionato dalla madre e dal successo sportivo che amava presentarsi come “The Golden Eagle” e che al successivo processo dichiarò di essere (nell'ordine): il Dalai Lama, Gesù bambino, Adolf Hitler. Un dramma compiutosi nel 1996, ma che il regista del “Capote” di Philip Seymour Hoffman e dello splendido “Moneyball” studia dal 2007 e che con l'intervento della Sony Pictures Classics è diventato realtà.

“Quando sono venuto a conoscenza della storia - ha raccontato Miller allo scorso Festival di Cannes, dove era in concorso (prima di approdare anche al New York Film Festival in ottobre) e dove ha vinto il premio per la Miglior Regia - sapevo che conteneva dei messaggi che andavano oltre la storia stessa e che aveva qualcosa da dire su di noi e il nostro Paese”. E, in effetti, il du Pont di Carell diventa tanto uno specchio per gli States, nel quale osservare la deriva del Sogno Americano, e una finestra per noi, dalla quale spiare le umiliazioni, le frustrazioni e la disperazione dei tanti rimasti schiacciati dall'inadeguatezza conseguitane.

Un film perfetto, nel suo “piccolo”; se accettiamo che questo termine possa venir speso per un film perfettamente scritto, magnificamente diretto e forte di interpretazioni equilibrate e possenti, mai sopra le righe - nonostante certe assurdità - e mai sovrapposte. “La sfida più dura” mai sostenuta da Channing Tatum, una “esplorazione dei personaggi con le stesse persone che vissero la storia”, come la definisce lo splendido Mark Ruffalo, “un ruolo tragico”, approcciato da Steve Carell “come sempre fatto per la commedia, perché i personaggi non sono mai consapevoli di essere in una commedia o una tragedia”. Di certo un trampolino per i tre protagonisti, che ora attendono buone notizie dall'Academy.

“Foxcatcher” sarà distribuito in sala il 5 marzo. La premiazione degli Oscar 2015 si svolgerà a Los Angeles il 22 febbraio.
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