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Viviamo in un mondo di cloni
Incontriamo i Giuliodorme. Giovani con la predilezione per la musica melodica.

14.03.2003 - Autore: Carola Benedetto
Incontriamo i Giuliodorme, tra le nuove proposte al Festival di Sanremo. Giovani con la predilezione per la musica melodica.
Chi sono i Giuliodorme?
G.:\"Siamo tutti ragazzi intorno ai 27 anni e veniamo da Pescara. Artisticamente ci siamo formati nel 1997. Giuliodorme è un gruppo con la predilezione per la musica melodica, romantica, ma anche psichedelica. Vicina al pop inglese, quello un pò più ricercato. Per noi, su tutto, conta la sperimentazione e la chiarezza. Essere semplici senza per questo essere banali. Siamo entrati nel business discografico intorno ai 20 anni. Era un po\' presto e questo ci ha anche un po\' sconvolto. L\'impatto con il mondo discografico, a questo livello, è molto forte e mette in discussione un po\' tutto quello che pensi sia la musica, i tuoi ideali.\"
Vi sentite una Band?
G.:\"Le Band si prendono un po\' troppo sul serio e finiscono col sentirsi gli unici portatori profetici di un messaggio musicale che ha dato il suo meglio nei fasti degli anni settanta, da dove spessissimo, per altro, attingono a piene mani. La musica è una crescita costante e se ti prendi troppo sul serio non cresci. Noi viviamo in un periodo in cui l\'effetto clonazione è al massimo. Andiamo avanti creando dei cloni e questo è il limite delle Band: ostentare qualcosa che in realtà non si è. Noi cerchiamo di far vedere quello che davvero siamo, nella maniera più naturale, onesta e tranquilla possibile, senza dimenticare che la musica è divertimento e ci deve far divertire.\"
Perché Giuliodorme?
G.:\"All\'inizio c\'era un membro del gruppo che si chiama Giulio e quando chiamavi a casa sua la sua mamma rispondeva sempre \"No, Giulio non c\'è: Giulio dorme\" e da lì abbiamo pensato di chiamarci Giuliodorme. In realtà dormire per noi è sognare, sprigionare la nostra essenza, i nostri pensieri, la magia musicale.\"
Giuliodorme e la discografia?
G.:\"Prima di incontrare una casa discografica tu realizzi le cose a modo tuo. Poi entri nella grande impresa e lo scontro con la produzione diventa traumatico perché, artisticamente parlando, ti incontri con persone che ti permettono di realizzare il tuo disco in realtà però sono anche persone che vogliono realizzare il tuo progetto a modo loro. Quello è il momento in cui temi di perdere la tua identità eppure, con il dialogo, comunicando quello che sei veramente, puoi raggiungere una giusta via di mezzo.\"
Quanto conta il consenso del pubblico per voi?
G.:\"La musica non deve piacere ad ogni costo. Non deve creare necessariamente consensi. Ti deve in qualche modo stimolare, deve trovare qualcosa in te o non trovarla. Ci saranno persone alle quali piace e altre no, ed è giusto che sia così. Noi non potremmo mai rinunciare ai nostri valori, alla semplicità, a noi stessi, nemmeno per il successo. Anche in questottica siamo venuti a Sanremo, per fare una canzone in cui crediamo molto anche se si distacca dai canoni del Festival. Questo però non ci preoccupa. Il pezzo ci piace, ci diverte. Abbiamo una gran voglia di andare sul palco e saltare come pazzi\".