Accoglienza tiepida a Venezia 68 per Quando la notte, film di Cristina Comencini che la regista ha tratto dal suo omonimo romanzo. La pellicola, interpretata da Claudia Pandolfi e Filippo Timi, ha dalla sua una regia – almeno nella prima parte – interessante, ma soffre per una sceneggiatura non sempre all’altezza delle tematiche trattate, tra cui la maternità, la solitudine e il rapporto tra uomo e donna nella cura dei figli.
Una visione a volte sofferta della maternità, contrapposta al classico concetto dell’istinto materno che, secondo la regista, “non esiste. A fare la madre si impara”. Problematiche vere di cui però nessuno parla mai: “Le donne sanno cos’è la maternità, ma non raccontano mai l’ambivalenza del legame con il bambino, che è molto forte ma allo stesso tempo ti strozza”.
Nasce quasi spontaneo un riferimento alla tragedia di Cogne, in questo rapporto difficile tra una madre e un figlio piccolo che continua a piangere: “Se c’è è stato totalmente inconscio, me ne sono accorta dopo – riflette la Comencini – In realtà il film nasce da un’esperienza che tutte le madri hanno avuto: quando si ha un figlio che sta male, il pediatra dice di portarlo un mese in montagna. Nel pensare i miei film, parto sempre da esperienze molto normali, ma dietro di esse si nascondono esperienze straordinarie”.
Quando la notte uscirà il 28 ottobre, distribuito dalla 01.


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Venezia, la maternità secondo la Comencini
Presentato alla mostra Quando la notte

07.09.2011 - Autore: La Redazione