“Se non ci liberiamo degli orpelli e non apriamo la nostra casa, non potremo dialogare con gli altri. Resteremo sempre maschere, uomini di cartone”. Così Ermanno Olmi spiega alla platea di giornalisti a Venezia il significato del titolo del suo ultimo film, Il villaggio di cartone, che ha presentato al Lido in compagnia degli attori Rutger Hauer e Michael Lonsdale. “La chiesa cattolica non sempre mostra accoglienza – continua – ma forse a volte sarebbe il caso di ricordare ai cattolici che sono anche cristiani”. Un vero uomo di fede, ma dal pensiero indipendente: “La vera fede nasce quando il peso dei nostri dubbi è superiore a quello delle nostre convinzioni. Per essere un uomo di fede bisogna avere davanti un muro di dubbi”.
Al centro del film c’è una ricerca di dialogo tra i popoli: “E’ solo attraverso un percorso comune che possiamo capire chi siamo e cosa facciamo nel mondo. Io dico sempre che Gesù Cristo era un grande religioso ebraico. Da cosa nasce la separazione tra noi e gli ebrei, se all’inizio eravamo fratelli? Se ritrovassimo la continuità molti problemi del mondo si risolverebbero”. Ritorna, infine, il tema del “cartone”: “Invece che inginocchiarci davanti a simulacri di cartone, faremmo meglio a inginocchiarci davanti a coloro che soffrono. E’ l’unico modo per lodare Dio”.
Il villaggio di cartone sarà distribuito nei cinema da 01, a partire dal 7 ottobre.


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Venezia, arriva Ermanno Olmi
Il regista presenta Il villaggio di cartone

06.09.2011 - Autore: La Redazione