Abbiamo incontrato a Venezia il divo Ben Affleck, giunto ieri per promuovere il suo secondo film da regista, The Town. Pubblico e critica lo stavano aspettando al varco dopo il sorprendente esordio di Gone Baby Gone, per capire se si fosse trattato di un caso fortunato o se davvero Affleck nascondeva in sé il germe di un grande autore. The Town non delude, anzi, mantiene le promesse e porta avanti un discorso iniziato sin da Will Hunting: “Penso che ci siano dei temi ricorrenti nei miei film, che sono tutti ambientati a Boston. Ad esempio la difficoltà di fuggire da un certo destino, e le colpe dei padri che ricadono sui figli”. Alla sua opera seconda, Affleck ha raggiunto un certo grado di sicurezza nella regia: “La prima volta non credevo che avrei finito il film, stavolta invece ero più fiducioso, e mi sono circondato di attori straordinari”, tra cui gli ottimi Jeremy Renner, Jon Hamm e Rebecca Hall.
L'autore cita tra le sue fonti d'ispirazione i classici film di gangster della Warner e soprattutto Gomorra di Matteo Garrone: “Per me è stata una grande influenza, per il realismo del suo stile. E' in grado di far comprendere completamente un luogo anche a chi non c'è mai stato”. Come in Vallanzasca di Michele Placido c'è il rischio di glorificare un criminale: “Certo, mi sono chiesto se fosse questo il caso. Ma ho cercato di raccontare una storia veritiera senza complicare né semplificare. Bisogna capire questi personaggi e vederli come uomini: Doug, il mio personaggio, fa cose sbagliate ma vuole cambiare. E cambiare non è facile”.
Infine, Affleck commenta il film di suo fratello Casey, il documentario I'm Still Here sull'anno perduto di Joaquin Phoenix: “Penso che il suo film sia spettacolare e dica qualcosa di davvero importante sulla celebrità. Ma non paragonatemi a lui, sembrate mia madre!”.
The Town uscirà nei nostri cinema l'8 ottobre, distribuito Warner Bros.


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Venezia: Affleck guarda a Gomorra con The Town
Il divo giunge a Venezia per presentare il suo secondo film da regista, uno straziante ritratto del sottobosco criminale di Boston. E cita Gomorra tra i suoi modelli.

08.09.2010 - Autore: Marco Triolo