Ai più, George Clooney evoca glamour, tappeti rossi e relazioni con famose soubrette. A chi ama il cinema, il nome Clooney fa invece venire in mente una delle più grandi star di Hollywood, di cui spesso si sottovaluta la statura di erede dei grandi attori americani che facevano dello charme la loro arma vincente, su tutti Cary Grant. Ma ancora di più, da oggi in poi Clooney sarà un nome associato a un grande regista. Ce lo aveva già dato a intendere con l'ottimo Good Night and Good Luck, ma stavolta l'autore, che torna per il suo quarto film ai lidi della politica e al Lido di Venezia, ce lo conferma del tutto con un'opera matura, inquietante e, inaspettatamente, sexy.
“In America, il gioco della politica è sexy” afferma la star Paul Giamatti, ospite insieme al regista, al co-sceneggiatore Grant Heslov e agli attori Philip Seymour Hoffman, Marisa Tomei ed Evan Rachel Wood. “La politica seduce, perché porta ricchezza”, gli fa eco Clooney, che però ci tiene a sottolineare come il suo film non sia un'opera politica: “Ci interessavano temi come la moralità e il prezzo che uno dà alla sua anima. Avremmo potuto ambientarlo ovunque, ma la politica certamente alza la posta in gioco. Ambientare il film durante una corsa alle primarie non fa che renderlo più interessante”.
Il regista, noto per la sua fervente fede democratica, ammette però di non avere alcuna intenzione di entrare in politica: “Candidarmi a presidente? Non ne vedo il motivo: a fare quel lavoro c'è già uno che è molto più intelligente e di buon cuore che tutti noi. Preferisco il mio lavoro: qui, almeno, un mio errore non costerebbe la vita di migliaia di persone. Al massimo qualche recensione negativa”. E a proposito di errori: “Non credo che i meccanismi che raccontiamo nel film sia nuovi, vanno avanti da secoli, almeno da Giulio Cesare. Il fatto che continuiamo a ripetere gli stessi sbagli è la definizione stessa di follia”.
Le idi di marzo sarà distribuito da 01 a partire dal 13 gennaio.


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L'autore apre la mostra con il suo Le idi di marzo

31.08.2011 - Autore: Marco Triolo