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Vecchi e nuovi programmi

Tv e internet: "sono due cose molte diverse. Sicuramente internet si allargherà sempre di più, ma non penso che la televisione perderà molto per questo: l'interattività a volte è faticosa. Non credo che la tv possa morire per mano di internet."

14.03.2003 - Autore: Giovanna Palmieri
Tu invece sei uno che ama mettersi in gioco e che si butta in progetti a volte rischiosi per la loro forza innovativa: il tuo nome compare accanto a quello della Gialappas nelle prime edizioni di \"Mai dire gol\" e di \"Mai dire tv\", senza dimenticare \"Barracuda\" con lirriverente Daniele Luttazzi.   D.P.: \"La Gialappas faceva \"Mai dire gol\"; insieme abbiamo fatto \"Mai dire tv\" a cui sono particolarmente affezionato perché mi ha permesso di utilizzare tutto il lavoro sulle tv private che avevo fatto anni prima, ma in veste giornalistica, per \"Mixer\" di Gianni Minoli. \"Barracuda\" invece era la versione italiana dellamericano David Letterman show: un modo nuovo, cattivo ma assolutamente fenomenale di fare talk show. Lì abbiamo rischiato ma è andata bene.\"   Ma cè un programma che non rifaresti e di cui sotto sotto ti vergogni?   D.P.: \"Credo che ci sia stata una piccola caduta di gusto su \"La sai lultima?\". E una trasmissione che parte da un lavoro che io feci nell88: \"Barzellettieri dItalia\", un programmino di 3 minuti che andava 5 volte al giorno su Italia 1. Mi ero posto il problema di come si racconta una barzelletta ad una telecamera che è una cosa molto diversa e difficile rispetto al racconto fatto a degli amici in un ambiente conviviale. Quando nel 90 Mediaset ha deciso di fare un programma di barzellette in prima serata sono stato reclutato con Adriano Bonfanti, che si occupava dello studio. La prima puntata dello speciale \"La sai lultima?\" fece il 27% e da allora è storia. Io mi sono fermato alla quinta edizione: in primavera andrà in onda la nona, credo, e stanno cercando il presentatore a cui affidarlo.\"   E \"Scherzi a parte\", che posto occupa nel tuo cuore?   D.P.: Scherzi è partito nel 90 da una serie di idee mie a di altri autori, applicate ad un format francese che si chiamava \"Surprise Surprise\". Per Mediaset è stato un grandissimo successo. Io ho fatto tutte le serie ma nella prossima edizione non ci sarò.\"   A 44 anni, di cui quasi 20 trascorsi a lavorare per il piccolo schermo, come vedi il futuro della televisione? Riuscirà a conciliarsi e ad arricchirsi sempre di più grazie ad Internet oppure è destinata a morire ed Internet la sostituirà definitivamente?   D.P.: \"Io credo che non si possa ancora trovare una ricetta: sono due cose molte diverse. Sicuramente Internet si allargherà sempre di più, ma non penso che la televisione perderà molto per questo: linterattività a volte è faticosa mentre forse non è male sedersi davanti alla televisione e lasciarsi condurre da qualcuno che ha scelto di condurti. Per cui non credo che nel giro di pochissimo tempo la televisione possa morire per mano di Internet.\"   Nel tuo nuovo programma, \"2008\", in che cosa consisterà linterattività?   D.P.: \"Linterattività di \"2008\" è reale e sta nel fatto che tutti quanti sono in grado di entrare direttamente nel gioco. Ci sono tutti gli elementi del genere quiz televisivo, ma non ci sono né ballerine sculettanti, né vallette e il conduttore è da solo in studio o meglio in un tubo. Ti fa una domanda, facendoti vedere in modo spettacolare tutta una serie di cose inerenti a quella domanda e si aspetta una risposta che tu e tutti gli spettatori potete dare in tempo reale. Se rispondi e ci prendi, vinci subito. Per cui tu sei a casa tua ma è come se fossi in studio. Questa mi sembra la grande novità: fino ad oggi i quiz facevano vedere a te spettatore altri che giocavano: qui giochi tu!\"   Ma questo cambiamento non ti spaventa per niente? Che fine faranno i mille programmi contenitori che imperversano da anni sui nostri teleschermi?   D.P.: \"Penso che la televisione sia cambiata molto da questanno dopo il \"Grande Fratello\". Non a caso in tre mesi tutta la programmazione di Canale 5 è cresciuta del 3% : questo perché ogni programma si è riempito di questa storia e la gente si è abituata ad accendere il televisore e a sintonizzarsi su quel canale. Passati i 100 giorni leffetto non è passato e tutte le trasmissioni, anche le più datate ne godono: \"Buona domenica\", ad esempio, per la prima volta nella sua storia ha superato \"Domenica in\". Ormai tutti, anche in Rai, pensano a cloni del \"Grande Fratello\": questo mi spaventa perché un programma così ti toglie tanto e non ti dà niente. Sei come anestetizzato, vivi la vita degli altri e non pensi più alla tua. E cambiata lestetica della televisione.\"   Il mondo sta cambiando, la televisione sta cambiando :che farai quando non ti verranno in mente nuove idee?   D.P.: \"Documentari perché per fare documentari non ci vogliono grandi idee: bisogna essere un buon artigiano....  
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