Di nuovo giurata per gli amici di Fabrique du Cinéma, Valentina Lodovini ci aspetta a Casa Fabrique: un angolo di serenità nel caos della Mostra del Cinema di Venezia, dove rilassarsi e lavorare, salutare amici e - quando capita - parlare di sé. Nonostante la riservatezza che dichiara di voler mantenere sulla sua vita e i tanti impegni in arrivo. Alcuni dei quali promettono grandi gioie… e forse un esaurimento nervoso.
Di nuovo giurata, di nuovo ai Fabrique Awards: come mai?
Sono abituata a fare la giurata, ma è sempre un privilegio. Io sono cresciuta a pane e cinema e ancora oggi vado tanto in sala… sono più spettatrice che attrice. Sono una vera nerd del cinema, conosco tutto di tutti. Potrei andare a lascia e raddoppia! Per me queste occasioni sono una goduria, per la possibilità di vedere anche quattro film al giorno e recuperarne alcuni che magari in sala sparirebbero dopo due giorni. Ho un amore totale, puro, per i film. Ho un rapporto viscerale col cinema, è il mio tutto, il mio primo fidanzato. Mi piace ricercare, studiare, leggo le interviste. Sin da piccola, mi hanno insegnato a "conoscere per crescere", per cui l'approccio è che chiunque può sempre insegnarmi qualcosa. Poi, ovviamente, viene il resto, ché è comunque un compito delicato giudicare gli altri. Ma essere in una giuria è bello anche per il potersi confrontare con gli altri giurati, con culture e modi di pensare diversi.
Da Spettatrice a giurata, riesci a restare oggettiva?
Si, riesco sempre a farlo. Ho grandi discussioni con i miei colleghi. Faccio paragoni, distinguo, argomento. Pur non essendo mai stata Presidente di Giuria riesco spesso a condizionare gli altri! Ma io prendo tutto come una esperienza, anche quando - è capitato! - si finisce a discutere per quattro ore. La mia esperienza mi dice che l'unico approccio giusto a questo lavoro è rimanendo fedeli a se stessi, che poi è l'unica cosa che mi ripeto costantement. Il pubblico sente ciò che è imbellettato, finto, pretenzioso o ambizioso. Io, almeno, ci credo.
Il tuo rapporto col pubblico è costante, attraverso i social. Nei quali ogni tanto posti dei messaggi di incoraggiamento: per te o per chi ti legge?
Sui miei profili si trova ciò che sto facendo, racconto di me. Fino a un certo punto, ché l'intimità è molto importante, come anche il mistero, soprattutto in un mondo in cui tutto è messo in piazza… una cosa che odio, proprio come donna. Io sono omertosa! E penso che come attrice meno si sa di te e più diventa credibile il tuo lavoro. In generale mi adeguo alla contemporaneità, perché credo sia importante, nel nostro lavoro e per raccontare il mondo. È cambiato il linguaggio, e il modo di percepire, e come artisti dobbiamo capirlo e conoscerlo. Mi piacerebbe anche anticiparlo, come sanno fare i veri artisti. Intanto, come donna e come attrice, sento la necessità di allargare gli orizzonti, di uscire dal mio giardino. Soprattutto in questo momento della mia vita, in cui mi spingo - quando non mi forzo, letteralmente - ad agire, agire, agire! Fare cose nuove, che non conosco. Perché vengo da anni di chiusura, che ora voglio rompere. È naturale. Soprattutto quando acquisisci strumenti per conoscerti, e per scoprire le trappole della tua stessa mente. In quei tranelli ci sono cascata, ma ora basta. Anche a costo di lasciare tutto ciò che ho adesso. In questo momento, chi non mi segue nel cambiamento o ha un pregiudizio legato al passato, resta indietro. Voglio aprire un nuovo capitolo della mia vita, totalmente nuovo. La vita continua.
E il lavoro?
Questo momento influenza tutta me stessa, nel sociale, nel privato, sul lavoro… Intanto abbiamo finito L'Aquila grandi speranze di Marco Risi, che sarà a febbraio in sei puntate su Rai 1, e mi fa piacere perché quella terra non va assolutamente abbandonata. Il terremoto c'è stato nel 2009 e siamo nel 2017! È importantissimo parlarne e tenergli addosso i riflettori. Per quanto riguarda il cinema, sarò nel film d'esordio dei ragazzi del Terzo segreto di satira. La mia sarà una piccola partecipazione, che faccio volentierissimo perché li stimo molto ed è un film molto intelligente che racconta la nostra generazione e dei personaggi nei quali ci si può identificare… qualcosa che mi garba tanto e che ha fatto grande il cinema degli anni '60. Poi sono impegnata a teatro con il monologo di Dario Fo e Franca Rame 'Tutta casa, letto e chiesa'. E poi ho due progetti ai quali tengo molto, per due ruoli che finalmente sono arrivati. Si parla però di Primavera 2018, e la stagione serve proprio per le storie, per la luce e per motivi tecnici. Speriamo, ché in questo momento, tra ministeri e altro, qualche problema c'è. Si tratta di un'Opera prima e una seconda, ma sono due personaggi di cui mi sono innamorata appena li ho letti, e che già so che mi faranno venire l'esaurimento nervoso, soprattutto uno. Ma non vedo l'ora!
Di nuovo giurata, di nuovo ai Fabrique Awards: come mai?
Sono abituata a fare la giurata, ma è sempre un privilegio. Io sono cresciuta a pane e cinema e ancora oggi vado tanto in sala… sono più spettatrice che attrice. Sono una vera nerd del cinema, conosco tutto di tutti. Potrei andare a lascia e raddoppia! Per me queste occasioni sono una goduria, per la possibilità di vedere anche quattro film al giorno e recuperarne alcuni che magari in sala sparirebbero dopo due giorni. Ho un amore totale, puro, per i film. Ho un rapporto viscerale col cinema, è il mio tutto, il mio primo fidanzato. Mi piace ricercare, studiare, leggo le interviste. Sin da piccola, mi hanno insegnato a "conoscere per crescere", per cui l'approccio è che chiunque può sempre insegnarmi qualcosa. Poi, ovviamente, viene il resto, ché è comunque un compito delicato giudicare gli altri. Ma essere in una giuria è bello anche per il potersi confrontare con gli altri giurati, con culture e modi di pensare diversi.
Da Spettatrice a giurata, riesci a restare oggettiva?
Si, riesco sempre a farlo. Ho grandi discussioni con i miei colleghi. Faccio paragoni, distinguo, argomento. Pur non essendo mai stata Presidente di Giuria riesco spesso a condizionare gli altri! Ma io prendo tutto come una esperienza, anche quando - è capitato! - si finisce a discutere per quattro ore. La mia esperienza mi dice che l'unico approccio giusto a questo lavoro è rimanendo fedeli a se stessi, che poi è l'unica cosa che mi ripeto costantement. Il pubblico sente ciò che è imbellettato, finto, pretenzioso o ambizioso. Io, almeno, ci credo.
Il tuo rapporto col pubblico è costante, attraverso i social. Nei quali ogni tanto posti dei messaggi di incoraggiamento: per te o per chi ti legge?
Sui miei profili si trova ciò che sto facendo, racconto di me. Fino a un certo punto, ché l'intimità è molto importante, come anche il mistero, soprattutto in un mondo in cui tutto è messo in piazza… una cosa che odio, proprio come donna. Io sono omertosa! E penso che come attrice meno si sa di te e più diventa credibile il tuo lavoro. In generale mi adeguo alla contemporaneità, perché credo sia importante, nel nostro lavoro e per raccontare il mondo. È cambiato il linguaggio, e il modo di percepire, e come artisti dobbiamo capirlo e conoscerlo. Mi piacerebbe anche anticiparlo, come sanno fare i veri artisti. Intanto, come donna e come attrice, sento la necessità di allargare gli orizzonti, di uscire dal mio giardino. Soprattutto in questo momento della mia vita, in cui mi spingo - quando non mi forzo, letteralmente - ad agire, agire, agire! Fare cose nuove, che non conosco. Perché vengo da anni di chiusura, che ora voglio rompere. È naturale. Soprattutto quando acquisisci strumenti per conoscerti, e per scoprire le trappole della tua stessa mente. In quei tranelli ci sono cascata, ma ora basta. Anche a costo di lasciare tutto ciò che ho adesso. In questo momento, chi non mi segue nel cambiamento o ha un pregiudizio legato al passato, resta indietro. Voglio aprire un nuovo capitolo della mia vita, totalmente nuovo. La vita continua.
E il lavoro?
Questo momento influenza tutta me stessa, nel sociale, nel privato, sul lavoro… Intanto abbiamo finito L'Aquila grandi speranze di Marco Risi, che sarà a febbraio in sei puntate su Rai 1, e mi fa piacere perché quella terra non va assolutamente abbandonata. Il terremoto c'è stato nel 2009 e siamo nel 2017! È importantissimo parlarne e tenergli addosso i riflettori. Per quanto riguarda il cinema, sarò nel film d'esordio dei ragazzi del Terzo segreto di satira. La mia sarà una piccola partecipazione, che faccio volentierissimo perché li stimo molto ed è un film molto intelligente che racconta la nostra generazione e dei personaggi nei quali ci si può identificare… qualcosa che mi garba tanto e che ha fatto grande il cinema degli anni '60. Poi sono impegnata a teatro con il monologo di Dario Fo e Franca Rame 'Tutta casa, letto e chiesa'. E poi ho due progetti ai quali tengo molto, per due ruoli che finalmente sono arrivati. Si parla però di Primavera 2018, e la stagione serve proprio per le storie, per la luce e per motivi tecnici. Speriamo, ché in questo momento, tra ministeri e altro, qualche problema c'è. Si tratta di un'Opera prima e una seconda, ma sono due personaggi di cui mi sono innamorata appena li ho letti, e che già so che mi faranno venire l'esaurimento nervoso, soprattutto uno. Ma non vedo l'ora!