UNA RELAZIONE PRIVATA

Labc del meccanismo passionale secondo Frédéric Fonteyne. Una sorta di manifesto programmatico sul pathos erotico. Una sfida vinta solo in parte. Il senso di Une liaison pornographique è da cogliere in queste intenzioni, tacite o manifeste che siano. Ed in fondo la storia dei due protagonisti, fatta di sguardi ammiccanti, silenzi a volte imbarazzanti, complicità ricercate ed inequivocabili istinti umani ben riesce a fotografare le dinamiche dei desideri sessuali. Purtroppo, ciò che si immagina sul piano ideativo non si concretizza a livello pratico e tutte le felici intuizioni cinematografiche finiscono per rimanere polvere al vento. Il regista, infatti, non riesce a sublimare a livello visivo ciò che ha voluto suscitare nellanimo dello spettatore: le scene dei due amanti troppo spesso vengono smorzate da bruschi cambi di scena, lasciando poco spazio sia alle pulsioni più esplicitamente voyeuristiche, sia a quelle marcatamente allusive. Il tema della pellicola era accattivante, la strada intrapresa era quella giusta, ogni aspetto filmico sembrava coerente al tutto; ciò nonostante il meccanismo complessivo non ha conseguito effetti degni di nota. Colpa dello stile? Non pensiamo. Errata scelta degli interpreti? Meno che mai, data la loro assoluta bravura. Più probabile allora lidea di uno smarrimento autoriale lungo la strada. Come dire, ci si è persi in un bicchiere dacqua, quando le carte in tavola erano di quelle che fanno vincere una partita affascinante: usare la macchina da presa come fosse uno strumento privilegiato per rappresentare visivamente la più bella ed antica delle nostre esigenze, quella del contatto umano.